«Ti amo, fai un prestito per me»

Martedì 17 Gennaio 2017
«Ti amo, fai un prestito per me»
Estorsione, circonvenzione di incapace, minacce aggravate e furto con strappo. Sono queste le pesanti accuse contro i tre imputati che sono finiti di fronte al gup del Tribunale di Belluno ieri mattina. Si tratta di Barbara Bernardon di Ponte nelle Alpi, di Harly Davidson Da Corte e Andreas Calafiore (sono difesi dagli avvocati Ferdinando Coppa, Marinella Pasin e Colle).
Alla fine dell'udienza che si è tenuta ieri a palazzo di giustizia in via Segato sono stati rinviati a giudizio: due imputati affronteranno il processo pubblico che inizierà il 18 ottobre. Il terzo (Andreas Calafiore) è stato ammesso al giudizio abbreviato che ci sarà il 14 febbraio.
La vicenda vede al centro e vittima una donna 33enne che è assistita dall'avvocato Andrea Rui. Sarebbe arrivata a fare un mutuo di 14mila euro con Poste italiane per dare i soldi all'uomo che diceva di essersi innamorato di lei. Secondo quanto ricostruito dalla Procura dietro cin sarebbe stato un piano ben preciso che sarebbe stato architettato dai due colombiani e la bellunese. Il colombiano avrebbe di proposito corteggiato la donna 35enne, vedendola debole e facilmente circuibile. Alla fine le avrebbe chiesto il denaro, ma lei non avendone avrebbe pensato di fare il mutuo. Così fa il finanziamento con le Poste che le è stato concesso perché ha un lavoro e garanzie. Dopo aver ricevuto degli assegni, i tre avrebbero richiesto altri soldi e di fronte al rifiuto della 35enne l'avrebbero minacciata di bruciarle la casa. Nella complicata vicenda viene contestato anche un furto con strappo perché la 35enne si era presentata a un appuntamento con l'innamorato e le sarebbe stato strappato un tablet.
C'è anche una causa civile nei confronti di Poste italiane per rescindere il contratto del mutuo (udienza il 14 marzo).

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