Stalker condominiale in aula dopo la perizia

Venerdì 21 Settembre 2018
FELTRE
«Per colpa sua sono stata costretta a cambiare casa e provincia, lasciando vuoto il mio appartamento, perché oggettivamente invedibile in questa situazione. Sono contenta che vada a processo». Così si è espressa una delle sei parti civili al termine dell'udienza preliminare contro S.C., 40 anni, di Feltre, che ieri stata rinviata a giudizio con l'accusa di stalking, ovvero di aver reso infernale la vita dei condomini a partire dal maggio del 2016.
La sentenza è stata emessa ieri dopo la relazione sulla perizia psichiatrica effettuata su ordine del giudice: la donna è capace di intendere e di volere e non è socialmente pericolosa, almeno sotto il profilo psichiatrico. Un passaggio che ha portato alla revoca della misura di divieto di avvicinamento ai condomini perseguitati.
Il responso ha dato il via libera al giudice per accogliere la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Paolo Sartorello e dai legali delle parti civili, Roberta Resenterra e Liuba D'Agostini del foro di Belluno.
Si andrà in aula il 24 gennaio 2019, ma solo per un'udienza di smistamento che, salvo un possibile rito alternativo, sfocerà in un nuovo rinvio. Insomma, prima di ascoltare le parti in aula ci vorranno ancora mesi.
Nel frattempo restano le accuse messe nero su bianco dalle denunce raccolte dalla Procura.
«Spero che tu muoia, che tu raggiunga così la tua mamma defunta», avrebbe detto a più vicini, oppure: «Auguro a tutti voi di fare un bell'incidente e restare inceneriti con le vostre auto. Vi tiro matti, vedrete». Minacce proferite dalla donna che hanno trovato una verità in quel «vi tiro matti», al punto da costringerli a sporgere denuncia e a compattarsi contro quel nemico comune.
Dalle parole sarebbe passata anche ai fatti, spargendo olio sulle scale, insultando e minacciando i vicini.
«Confido nella giustizia - ha affermato ieri una delle parti civili -, affinché questa persona capisca ciò che ha fatto. Io e miei figli, per colpa sua, abbiamo dovuto cambiare casa. E proprio a loro ho promesso che avremo giustizia».
L.M.
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