Smascherato da indagini e dai nastri dei video

Mercoledì 22 Marzo 2017
Smascherato da indagini e dai nastri dei video
Sarebbe lui l'autore del raid vandalico sulle auto in sosta avvenuto la notte tra il 27 e 28 febbraio 2014 nella centralissima via Garibaldi. Il giovane è stato individuato al termine delle indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura, che grazie alle immagini di videosorveglianza hanno dato un volto al presunto vandalo. Così alla sbarra con l'accusa di danneggiamento aggravato su cose esposte alla pubblica fede si trova Diego Mares, 23enne nativo della Bulgaria, ma residente a Belluno. Il giovane, assistito dall'avvocato Giorgio Azzalini respinge con forza le accuse: il legale, con la collega Jenny Fioraso puntano a dimostrare l'estraneità del ragazzo nel dibattimento che entrerà nel vivo nei prossimi mesi in Tribunale a Belluno.
Il procedimento è approdato ieri mattina di fronte al giudice Elisabetta Scolozzi, con il pm Sandra Rossi, in rappresentanza della Procura. Secondo l'accusa Mares avrebbe danneggiato 7 auto spaccando gli specchietti retrovisori delle vetture in sosta, che sono rimasti penzolanti, praticamente inservibili e da buttare. Nel mirino erano finite: una Ford Fiesta della ditta Eucar di Belluno che era parcheggiata nei pressi del cinema Italia, un'Audi A 6 di un residente parcheggiata all'altezza del civico 50 della via, una Opel Astra della ditta Arval Service che era all'altezza del civico 70 dove c'era anche una Samrt, anche questa danneggiata. Poi specchietto rotto su una Peugeot 206 di un albanese, una Fiat 500 parcheggiata in via Feltre e una Land Rover. Tutte danneggiate e questo senza un vero perché. Cruciali nelle indagini le immagini della videosorveglianza. Così al termine dell'inchiesta è stato ricostruito quanto avvenuto quella sera. Per l'accusa: «L'imputato transitando a piedi per il centro di Belluno da Porta Dojona con destinazione via Feltre passando per piazza Martiri, via Garibaldi e piazzale Marconi lungo il percorso danneggiava, colpendoli con calci e afferrandoli con le mani, rendendoli inservibili, gli specchietti retrovisori».

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