«Si fomenta la paura dell'invasione: la strada dell'accoglienza è lunga»

Lunedì 22 Maggio 2017
Quella andata in scena ieri al teatro comunale di Belluno è stata la solita festa di musica e colori, di lingue e etnie. In un'atmosfera a tratti davvero trascinante come in occasione di alcune danze che hanno fatto echeggiare suoni e atmosfere esotiche si è così svolta la 16. edizione della Festa dei Popoli. Il programma ha sforato di poco la fine prevista per le ore 17. Sul palco a dare il ritmo alla festa due presentatori: don Ezio Del Favero, già missionario diocesano in Costa d'Avorio e promotore sedici anni or sono dell'appuntamento che da alcuni anni è inserito nel calendario dell'iniziativa Il gusto dell'altro conclusosi proprio ieri, e Manuela De Toffol. Undici le esibizioni previste dal programma, tutte di stranieri che risiedono e lavorano in provincia di Belluno. Dopo il benvenuto affidato ad un gruppo di bambini bellunesi, sul palco sono saliti alcuni rappresentanti provenienti dall'Ucraina che si sono esibiti in canti e danze popolari. Diversissime le danze proposte da un gruppo della Repubblica Dominicana. A rappresentare il mondo arabo è toccato ad un coro di bambini la cui esibizione è stata scandita da alcuni filmati. Anche il gruppo delle Filippine, un'etnia molto rappresentata in provincia, ha proposto balli e musica popolare tipica del loro paese. Molto colorato il gruppo africano del Camerun che con i canti ha scandito una sfilata di moda. Le musiche ed i balli dell'Ecuador, hanno preceduto i balli e la musica di un gruppo della Romania e della Moldavia. Sono seguiti i canti dal vivo del gruppo proveniente dalla Nigeria e del Venezuela. A chiudere i canti e le percussioni accompagnate dai tamburi di ragazzi e ragazze senegalesi con cui si sono esibiti anche italiani. Un vero successo, insomma. Che incoraggia i promotori a continuare sulla strada intrapresa quasi vent'anni fa e portare chi vi partecipa a gustare la bellezza dell'incontro con persone provenienti da realtà diverse dalla nostra. «Non solo in Italia ha dichiarato a margine della festa il delegato diocesano per le migrazioni monsignor Umberto Antoniol ma anche in tanti Stati europei si fomenta la paura dell'invasione degli stranieri. Certamente abbiamo ancora molti passi da fare sulla strada dell'accoglienza».

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