IL PROCESSO
BELLUNO Sotto accusa per diffamazione e deturpamento delle cose altrui per le scritte volgari apparse nella notte contro la vicina. La donna si è ritrovata gli insulti con lo spray sul muro della casa nella facciata di sul torrente Ardo: erano frasi ingiuriose a sfondo sessuale visibili a tutti, con il nome e cognome di lei a caratteri cubitali.
Ora è guerra di consulenze tra la Procura e l'imputato, l'oste belluense, M.B. L'uomo ha sempre negato di essere l'autore di quelle scritte, ma è finito alla sbarra per le accuse di diffamazione e deturpamento di cose altrui. Nei giorni scorsi di fronte al giudice di pace Gianni Bottoli, nell'aula di via Tasso, tramite il suo difensore Martino Fogliato, ha portato una consulente che confermerebbe la sua tesi. «Quella scrittura non è dell'imputato», ha detto il consulente.
La frase incriminata non è riportabile, è una sequenza di volgarità a sfondo sessuale con tanto di nome e cognome della vicina. La donna si è costituita parte civile nel procedimento con l'avvocato Paolo Zornitta. A pesare contro l'imputato la consulenza della Procura, illustrata nelle scorse udienze da Nevia Damini Dilissano, che ha attribuito con certezza quelle scritte all'oste imputato. Ma in seguito ai nuovi elementi portati dalla difesa il giudice potrebbe ora decidere di nominare un super-perito. L'udienza è stata rinviata ai prossimi mesi, quando si deciderà.
I fatti risalgono alla notte tra il 5 e 6 luglio del 2016. Era proprio di quel periodo la battaglia contro il rumore dell'Osteria di Borgo Pra intentata da una residente, proprio quella che sarebbe stata insultata dalla scritta sul muro. Era scattata anche una raccolta firme a sostegno del locale storico, che fa musica dal vivo. Poi sono comparse le scritte: nessuno le ha viste, cancellate in tempi record. Le consulenze sono avvenute su delle fotografie, quelle fornite in denuncia alla polizia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA BELLUNO Sotto accusa per diffamazione e deturpamento delle cose altrui per le scritte volgari apparse nella notte contro la vicina. La donna si è ritrovata gli insulti con lo spray sul muro della casa nella facciata di sul torrente Ardo: erano frasi ingiuriose a sfondo sessuale visibili a tutti, con il nome e cognome di lei a caratteri cubitali.
Ora è guerra di consulenze tra la Procura e l'imputato, l'oste belluense, M.B. L'uomo ha sempre negato di essere l'autore di quelle scritte, ma è finito alla sbarra per le accuse di diffamazione e deturpamento di cose altrui. Nei giorni scorsi di fronte al giudice di pace Gianni Bottoli, nell'aula di via Tasso, tramite il suo difensore Martino Fogliato, ha portato una consulente che confermerebbe la sua tesi. «Quella scrittura non è dell'imputato», ha detto il consulente.
La frase incriminata non è riportabile, è una sequenza di volgarità a sfondo sessuale con tanto di nome e cognome della vicina. La donna si è costituita parte civile nel procedimento con l'avvocato Paolo Zornitta. A pesare contro l'imputato la consulenza della Procura, illustrata nelle scorse udienze da Nevia Damini Dilissano, che ha attribuito con certezza quelle scritte all'oste imputato. Ma in seguito ai nuovi elementi portati dalla difesa il giudice potrebbe ora decidere di nominare un super-perito. L'udienza è stata rinviata ai prossimi mesi, quando si deciderà.
I fatti risalgono alla notte tra il 5 e 6 luglio del 2016. Era proprio di quel periodo la battaglia contro il rumore dell'Osteria di Borgo Pra intentata da una residente, proprio quella che sarebbe stata insultata dalla scritta sul muro. Era scattata anche una raccolta firme a sostegno del locale storico, che fa musica dal vivo. Poi sono comparse le scritte: nessuno le ha viste, cancellate in tempi record. Le consulenze sono avvenute su delle fotografie, quelle fornite in denuncia alla polizia.
