«Scritte ingiuriose sul muro, non sono stato io»

Giovedì 22 Marzo 2018
L'APPELLO
BELLUNO (A.Tr.) Accusato di una scritta vandalica, fa appello all'onestà dei suoi concittadini. «Il responsabile si faccia avanti, si tolga questo peso». È questo l'appello accorato e disperato lanciato ai bellunesi da Massimo Bortoluzzi dell'Osteria Al Ponte. «Sto affrontando le spese di un processo in cui vengo accusato di un gesto che non ho compiuto spiega l'uomo -, sono amareggiato di dovermi difendere da un'azione da cui sono estraneo. Le spese di tutto questo stanno pesando sulla mia vita e sulla mia attività». È disperato il proprietario del noto e amato locale di Borgo Pra, tanto da chiedere aiuto al Gazzettino. «Sicuramente tra di voi qualcuno sa cosa è successo tra il 5-6 luglio 2016 le sue parole -. Una brutta scritta fatta a Borgo Pra contro una donna. Sono in tribunale perché accusato di averla fatta io. Se qualcuno sa mi contatti, la cosa più bella sarebbe che chi l'ha scritta faccia un passo avanti, si metta nei miei panni, si tolga questo peso». Il fatto risale, appunto, a quasi due anni fa. La mattina del 6 luglio è stata vista una scritta infamante, con nome e cognome della persona a cui era rivolta, sul muro della casa proprio di fronte all'Osteria; il graffito è subito stato cancellato ma ha dato il via ad una vicenda giudiziaria fatta di accuse e di perizie calligrafiche. La persona vittima delle insolenze apparse sul muro ha incolpato Bortoluzzi e, da lì, è partito il processo che vedrà la prossima udienza il 17 aprile. «Finora ho ricevuto tante dimostrazioni di solidarietà ma ancora nessuno si è fatto avanti per ammettere la propria colpa spiega l'uomo -. Forse è stato un mio cliente, forse un conoscente della persona che mi accusa, ma di certo non sono stato io. Figuriamoci se con un'attività in piedi e con una famiglia mi viene l'idea di insozzare un muro per insultare qualcuno, non sono cose da me e non cerco guai. La scritta apparsa sul muro assomigliava alla mia scrittura, è vero, come non metto in dubbio che il gesto abbia infastidito chi ne è stato vittima, ma io non c'entro nulla».
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