Salario e previdenza: pompieri in sciopero

Domenica 10 Dicembre 2017
L'AGITAZIONE
Belluno Il 75 per cento dei vigili del fuoco bellunesi, di turno ieri mattina, ha aderito allo sciopero nazionale. Una percentuale molto al di sopra della media regionale, fermatasi a 20 punti percentuali in meno (circa il 55%). La protesta nazionale, dalle 9 alle 13, ha visto coinvolti il comando provinciale e tutti i distaccamenti ed è stata promossa dal Conapo, il sindacato autonomo che da tempo ha sollevato il caso delle retribuzioni e delle pensioni dei caschi rossi, comparandole con gli appartenenti alle forze di polizia, rispetto ai quali i pompieri «percepiscono 300 euro in meno ogni mese e sono penalizzati anche dal punto di vista previdenziale». Quasi fossero di serie B. Eppure ogni giorno, con qualsiasi condizione meteorologica ed ambientale, loro sono pronti a rischiare la vita per salvare quella altrui, tra mille pericoli. Ma nonostante ciò, purtroppo, ci si ricorda di queste preziose figure professionali solo al momento del bisogno.
IL MALCONTENTO
Il segnale del malessere partito ieri dalla provincia dolomitica è quanto mai forte e chiaro: nella legge di bilancio, in discussione in questi giorni in parlamento, tutta la politica, con impegno bipartisan (perché la sicurezza dei cittadini non ha colori né bandiere), deve dimostrare la propria attenzione al comparto, con stanziamenti di risorse finanziarie specificatamente dedicate ai vigili del fuoco. Non ci sono alternative per equiparare il trattamento retributivo e pensionistico a quello degli altri Corpi dello Stato. Ma le richieste, urlate ieri verso Roma, non finiscono qui, perché, a ragione, i pompieri chiedono più attenzione anche al personale in divisa, per quanto riguarda il contratto di lavoro e il riordino delle carriere. Perché, come sostiene il Conapo, bisogna differenziare chi indossa una divisa e chi fa l'impiegato pubblico. Del resto è sotto gli occhi di tutti, anche lungo il Piave, quanto i vigili del fuoco rischino, come e più degli appartenenti agli altri Corpi: impiegati nei servizi di pronto intervento dal giorno dell'assunzione alla pensione, in un servizio operativo che non ha uguali.
IL DISAGIO
«Eppure spiega Michele De Bernardin, segretario provinciale del Conapo di Belluno siamo il Corpo più bistrattato dallo Stato, nonostante mettiamo costantemente a disposizione, come e più degli altri Corpi, la nostra vita per la sicurezza dei cittadini». A complicare la situazione c'è poi l'ormai cronica carenza di pompieri determinata dai tagli alle assunzioni e quelle, poche, previste sono inadeguate a fronteggiare le emergenze dovute ai cambiamenti climatici, ai ripetuti terremoti, alle alluvioni, agli incendi, specie dopo la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. In Veneto mancano 300 operativi.
Yvonne Toscani
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