ROMA - «Anche i territori montani devono partecipare al valore delle risorse

Giovedì 29 Giugno 2017
ROMA - «Anche i territori montani devono partecipare al valore delle risorse idroelettriche». Il messaggio è stato lanciato martedì nell'incontro Idroelettrico e montagne organizzato a Roma dall'intergruppo per lo sviluppo della montagna alla Camera. Lo scopo era aprire un confronto tra legislatore, Regioni, enti locali e portatori di interesse alla luce del pronunciamento della Ue che ha stabilito la non conformità europea della norma con la quale il Governo Monti nel 2012 aveva deciso la proroga delle concessioni di grande derivazione idroelettrica scadute fino al 31 dicembre 2017.
Le prospettive emerse per la montagna (Bellunese compreso) sono molto interessanti. Perché mettono i territori nella cabina di regia della gestione idroelettrica. Anche (o soprattutto) in termini di compartecipazione ai profitti. «Occorre riscrivere il patto tra i territori che generano l'acqua e i gestori che la trasformano in energia verde, per assicurare il diritto di opzione e la libertà di scelta nei territori di origine dell'idroelettrico, anche nell'ottica del pagamento dei servizi ecosistemici che sta entrando nella legislazione italiana» ha detto l'onorevole Enrico Borghi. «Chiederemo un incontro per definire le opportunità e la via politica per costruire un nuovo patto tra pubblico e privato, tra territori e concessionari, tra proprietari di impianti energetici e comunità».
Una road map condivisa dai vicepresidenti dell'intergruppo, i bellunesi Giovanni Piccoli e Roger De Menech.
«L'idroelettrico, i territori, il rinnovo delle concessioni devono essere al centro della nostra agenda politica italiana» ha detto Piccoli. «Serve qualità - ha ribadito De Menech - sia per le nuove concessioni sia per assegnare quelle in scadenza».

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