«Referendum, l'esito non è più di attualità»

Lunedì 20 Novembre 2017
«Referendum, l'esito non è più di attualità»
SAPPADA
Gli ex sindaci di Sappada si schierano per la permanenza del Comune germanofono in Veneto. Dopo Massimiliano Pachner, che si è fatto promotore di una raccolta di firme di persone contrarie al passaggio in Friuli Venezia Giulia, raggiungendo quota 220 filoveneti sui circa 110 elettori sappadini, si esprimono per un ripensamento anche Gianluca Piller Roner, primo cittadino nel decennio di inizio secolo, e Giorgino Piller Puicher, sindaco democristiano degli anni Settanta del secolo scorso.
LA STORIA
Memoria viva dei ripetuti tentativi dei sappadini di entrare nel territorio della Carnia, Piller Puicher ripercorre alcune tappe della vicenda pre-referendaria. «Nel 1966 - ricorda l'ex sindaco - a causa delle grosse alluvioni, le strade si interruppero sia verso il Comelico che verso la Carnia. Rimase transitabile in modo precario l'antico tratturo della Cleva costruito dal veneziano Moncenigo nel 1762. Nacque l'idea di chiedere il passaggio alla Provincia di Udine. Si procedette alla raccolta di firme dei capifamiglia per chiedere l'annessione alla Provincia di Udine e al Friuli Venezia Giulia. Il consiglio comunale fece propria la richiesta e inoltrò la domanda a Prefettura, Ministero dell'Interno, ecc. Il sindaco convocò a Sappada le massime rappresentanze istituzionali e politiche di entrambe le Regioni, per un incontro e un confronto al fine di concordare le modalità per l'attuazione del distacco di Sappada dal Veneto e aggregazione al Friuli Venezia Giulia. Scaturì l'accordo che l'iniziativa venisse assunta dalla Regione friul-giuliana e il Veneto, pur non favorevole, non si sarebbe opposto».
LE DIFFICOLTÁ
Piller Puicher racconta come allora erano emerse delle difficoltà, sia perché si riteneva che dovessero esprimersi con referendum anche i territori contermini, sia perché avrebbe dovuto esserci una legge costituzionale, essendo il Friuli Venezia Giulia una regione a statuto speciale. «Considerata la difficile procedura, ritenuta pressoché impossibile da attuarsi - continua l'ex sindaco - venne escogitata un'ulteriore possibilità: in concomitanza del trattato di Osimo per la definizione dei confini tra Italia e Yugoslavia, da attuare con legge costituzionale, si sarebbe potuto inserire la variazione di confine della Provincia di Udine comprendendo anche Sappada. In quel periodo la Regione Friuli Venezia Giulia procedette alla programmazione e alla realizzazione dei poli turistici, soprattutto invernali, con realizzazione di impianti di risalita in Carnia (Zoncolan, Forni di Sopra, Piancavallo, Sella Nevea). Queste località non videro di buon occhio, e forse si opposero presso la Regione, all'annessione di Sappada, già da tempo avviata in campo turistico. Rimase il forte dubbio che furono proprio la Carnia e il Friuli ad avversare l'annessione di Sappada».
IL SOSTEGNO
Giorgino Piller Puicher ricorda anche come il Veneto sostenne Sappada, finanziando importanti opere, quali la costruzione di un nuovo municipio, la realizzazione degli impianti Sappada 2000, l'elargizione di molti contributi per strutture turistiche private ed altre opere pubbliche di quegli anni. Secondo l'ex sindaco il referendum del 2008 ottenne tanti voti di protesta, più che di voglia della Carnia. «Dopo 10 anni trascorsi - conclude - con situazioni e valutazioni molto diverse, e con diversa composizione delle popolazioni interessate, molti votanti dichiarano apertamente di essere pentiti e di aver votato a titolo dimostrativo, non ritenendo attuabile l'aggregazione, appunto perché necessaria una legge costituzionale; l'esito referendario del 2008, si deve ritenere perciò non più di attualità. Nella situazione di incertezza generale e soprattutto nell'interesse di Sappada, si rende necessario evitare contrapposizioni, e in ogni caso, tenere unito il paese».
Lucio Eicher Clere
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