Referendum: Belluno corre con il Veneto

Mercoledì 13 Settembre 2017
BELLUNO - Ospitalità accordata: la Regione ha messo anche l'ultima ufficialità sul referendum bellunese. Che a questo punto - non c'è più dubbio - sarà ospitato all'interno della consultazione regionale e sarà celebrato il 22 ottobre. La giunta di Palazzo Balbi ha dato formalmente il via libera ieri, con l'approvazione di uno schema di intesa tra Regione e Provincia di Belluno per definire e disciplinare gli aspetti organizzativi e di gestione del referendum, relativamente agli adempimenti comuni. Del resto, già nel fine settimana scorso Zaia aveva annunciato il suo personale ok. Adesso manca solo la firma dei due presidenti, di Zaia da una parte e di Roberto Padrin dall'altra. Una duplice firma in calce allo schema di intesa. Il documento contiene i punti principali di accordo tra le due amministrazioni per consentire lo svolgimento, in concomitanza, dei due referendum nel territorio della Provincia di Belluno, fermo restando che le due consultazioni rimangono tra loro autonome e indipendenti. Come indipendenti e autonomi sono i costi per la consultazione indetta da Palazzo Piloni. Restano rimessi alle determinazioni ministeriali e della Prefettura di Belluno gli adempimenti rientranti nella esclusiva sfera di competenza statale; come la revisione dinamica delle liste elettorali, la vigilanza sulla propaganda elettorale, la tutela dell'ordine pubblico e il presidio dei seggi elettorali, la messa a disposizione degli edifici scolastici quali sedi delle singole sezioni elettorali. Insomma, è tutto pronto per il referendum del 22 ottobre. Anche perché la Provincia nel frattempo sta costituendo il suo comitato referendario, con personalità di spicco dell'amministrazione e della vita civica bellunese. L'altro comitato già attivo è quello costituito dal consigliere comunale di Belluno Franco Roccon, che da qualche settimana sta promuovendo il doppio «sì» al referendum veneto e a quello bellunese. «Si potrà dare un'indicazione forte delle necessità di questi territori e con la consultazione parallela bellunese potremmo dare anche maggior vigore a quella autonomista a carattere regionale - dice Roccon -. Avere un buon risultato del sì non vuol dire essere contro la Regione, ma rimarcare con una X le reali difficoltà del vivere in montagna».

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