«Provincia autonoma» sfida a Venezia e Roma

Mercoledì 24 Maggio 2017
Referendum per l'autonomia di Belluno. Senza contrapposizioni con la Regione. Palazzo Piloni ha varato ieri il quesito da sottoporre ai bellunesi. Anzi, i quesiti. Al momento le ipotesi delle poche righe con punto interrogativo da mettere sulle schede referendarie sono due. «Vuoi tu che la specificità della Provincia totalmente montana di Belluno venga ulteriormente rafforzata con il riconoscimento di funzioni aggiuntive e delle connesse risorse finanziarie e che ciò venga recepito anche nell'ambito delle intese Stato/Regione per una maggiore autonomia del Veneto ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione?»; è questa la prima ipotesi di quesito da sottoporre ai bellunesi. La seconda ipotesi invece appare più aleatoria: «Vuoi tu che la Regione Veneto, direttamente o attraverso l'intesa con lo Stato, riconosca alla Provincia di Belluno ulteriori forme e condizioni di autonomia, con le connesse risorse finanziarie?». Il primo passo sarà quello di scegliere quale quesito scrivere sulle schede referendarie: lo sceglieranno i sindaci nella prossima assemblea. Dopodiché, la Provincia di Belluno busserà alla Regione chiedendo ospitalità all'interno del referendum veneto del 22 ottobre. «Per il Bellunese l'autonomia oggi è l'abito istituzionale per realizzare le politiche sul territorio - ha detto Daniela Larese Filon -. Per questo chiederemo alla Regione Veneto di condividere un referendum provinciale, integrativo di quello regionale del 22 ottobre». Le minoranze, però, temono che la Regione possa rispondere stizzita. Del resto, l'amministrazione di Palazzo Piloni non nasconde che il referendum serve anche come arma per reclamare da Venezia il decollo della specificità bellunese. E sulle due autonomie, Veneto e Belluno, l'assessore Bottacin ha già scritto nei giorni scorsi una lettera ai sindaci, sottolineando che il nemico comune è lo Stato, non la Regione. Aria di guerra? «La Regione sta ostacolando l'esercizio dell'autogoverno di Belluno» ha detto il consigliere Massaro. «Abbiamo un assessore regionale alla specificità di Belluno che finora ha rallentato l'attuazione della legge 25 - ha tuonato Ezio Lise -. Chiedo a Zaia che oltre al referendum per l'autonomia chieda ai bellunesi come valutano l'operato di Bottacin da assessore. Forse sarebbe il caso di sollevarlo dall'incarico». La risposta di Bottacin è secca: «Domani (oggi, ndr) ho il tavolo sulla specificità. Se Belluno non si prende immediatamente tutte le frane della provincia, le tolgo i soldi del demanio idrico che dovrebbero essere usati per gestire il dissesto idrogeologico. Dopo due anni che hanno i soldi, devono ancora prendersi in capo la competenza. Lo statuto dice chiaramente competenze, personali e soldi. Tutto il resto è illegittimo».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci