Prescrizione, sì grillino Alfano "avverte" il Pd

Sabato 28 Maggio 2016
Dopo il referendum d'ottobre, ci vuole un chiarimento assoluto - una sorta di verifica - nella maggioranza. Sul tema giustizia? Sì, perché l'ultimo scontro sui tempi della prescrizione tra Pd e Area Popolare - in seguito agli emendamenti dei relatori Casson e Cucca, il primo è capofila dem dell'ala giustizialista, che li vogliono più lunghi - sta mettendo a nudo le contraddizioni esistenti tra partner di governo su questo tema. Ma riguarda anche gli altri ambiti, stando alle parole di Angelino Alfano ieri, la richiesta di «tagliando» da parte dei centristi. Il ministro dell'Interno ha spiegato così: «A ottobre, dopo il referendum, faremo una bella assemblea e diremo: questa missione è compiuta!». L'obiettivo della maggioranza, incalza Alfano, «erano le riforme e la ripresa economica. La recessione non c'è più, e una volta arrivati alla vittoria del sì dovremo fare un bel tagliando e vedere come continuare la nostra avventura politica, come proseguire il cammino».
La miccia della discussione tra partner è quella degli emendamenti Casson-Cucca, che Renato Schifani, capogruppo centrista al Senato, bolla come «esattamente contrari agli impegni precedentemente assunti dal ministro Orlando». E dunque: «Invitiamo i due colleghi del Pd al ritiro immediato delle loro proposte mai discusse e non condivise all'interno della coalizione». Ci sarebbero in arrivo i voti grillini, sull'allungamento dei tempi delle prescrizione, e Area Popolare grida al rischio di una nuova «maggioranza variabile», come fece ai tempi dello scontro più duro sulle unioni civili. Naturalmente, è sull'intera politica del governo e in generale sulle scelte strategiche, che Area Popolare vuole maggiore considerazione. E pesare di più. Ma sulla giustizia, al momento, è lo scontro vero. Sergio Pizzolante, ex socialista, ala Cicchitto, che su queste materie ha un'attenzione particolare, osserva: «Renzi dice cose giuste sulla fine del giustizialismo e sulla necessità di avere processi e sentenze veloci. Mentre gran parte del suo partito, però, si accoda all'ala politico-militante della magistratura, che fa i processi mediatici e vota no al referendum. Va chiarita al più presto questa enorme contraddizione e Area Popolare non può più accettare il cerchiobottismo su cui il Pd prosegue da troppo tempo».
Ap minaccia: il Pd ritiri quegli emendamenti, sennò saranno guai nel governo. Il Pd, con il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, cerca di rabbonire gli alfanei: “Ho parlato - dice - con i senatori Casson e Cucca che mi hanno comunicato che gli emendamenti da loro presentati in tema di prescrizione sono ipotesi di lavoro. Il loro contenuto sarà quindi oggetto di analisi e confronto nei prossimi giorni nel gruppo del Pd e con la maggioranza e in Commissione”. Ma intorno ad Alfano gli umori sono così: «La verità è che a parte del Pd in collegamento con la magistratura politicizzata non interessa che si arrivi ai processi, per questo vogliono i tempi di prescrizione infiniti. Tanto le sentenze che contano, nel frattempo, sono quelle anticipate sui media. E questa è una barbarie». L'insofferenza per quelli che dalle parti di Alfano vengono definiti «i rigurgiti di giustizialismo mai spariti nel Pd» sta producendo insomma una vera e propria rivolta.
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