«Personaggio e testimone di un'epoca straordinaria»

Venerdì 27 Maggio 2016 di Cacciari: «La nostra era un'amicizia lontana ma intensa Avevo la sensazione che mi seguisse come un angelo custode»
«Come? Monsignor Capovilla è morto?». Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, apprende la notizia dal cronista e subito si dice profondamente addolorato. «Era un grande personaggio, un testimone di un'epoca straordinaria della Chiesa e del nostro tempo».
Che rapporto aveva con monsignor Capovilla?
«Io avevo per lui un grandissimo affetto, tra l'altro credo anche ricambiato perché sono pieno di suoi bigliettini e messaggi dedicati. Non so bene grazie a quali meriti, ma godevo del suo affetto e della sua stima, quindi il dolore è ancora più grande».
In quali occasioni le scriveva?
«Continuamente, quando mi capitavano delle grane o delle cose liete. Avevo sempre la sensazione di essere seguito da lui, una sorta di angelo custode».
Quando vi siete conosciuti?
«Ai tempi difficili della chiesa veneziana, l'epoca di Luciani quando lui svolse indirettamente anche una funzione pacificatrice. Personalmente credo che ci siamo visti una o due volte, non di più, una volta sono andato a trovarlo a Sotto il Monte, ma niente di particolare. Era una amicizia lontana, ma molto intensa. Lo so che a cent'anni uno si aspetta di poter morire, ma sapere che monsignor Capovilla è mancato, è per me un grande dolore».
Come lo ricorda?
«Al di là degli aspetti personali, monsignor Capovilla è da ricordare come una figura di rilievo davvero storico, perché credo che nessuno sia stato più vicino di lui a Papa Giovanni e abbia potuto conoscerlo meglio anche nei suoi aspetti più segreti e intimi. Magari ci saranno dei diari, forse potranno venir fuori dei documenti inediti. È una personalità da seguire con grande cura perché la sua vita è stata veramente testimone di eventi di grandissimo rilievo. E forse anche un esempio di quella misericordia di cui parla Papa Francesco. Credo che più misericordioso di monsignor Capovilla sia difficile trovarne».
L'ultima volta che vi siete visti?
«Quando uscì un mio libro, non ricordo se quello scritto con Enzo Bianchi, "Ama il prossimo tuo" o quello con Piero Coda "Io sono il Signore Dio tuo" quando ho curato qualche anno fa per Il Mulino la serie dei Comandamenti. E poi a portarmi sempre suoi bigliettini e sue notizie era il mio ex assessore, l'architetto Gianfranco Vecchiato, suo nipote».
Domani a Campalto, nella terraferma veneziana, lei ricorderà l'ex patriarca Marco Cè. C'è un legame tra i due cardinali?
«Prima Cè, ora Capovilla. È un grande pezzo di chiesa non soltanto veneziana che se ne è andata. Sarebbe interessante ricostruire la presenza lontana e vicina di Capovilla, i suoi rapporti con Cè. Sì, sarebbe da fare un po' di indagine storica».
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