Per 36 anni alla Polfer: Arboit lascia la divisa

Giovedì 14 Giugno 2018
IL COMMIATO
BELLUNO Da questo mese il comandante della polizia ferroviaria di Belluno, sostituto commissario coordinatore di P.S. Oscar Arboit, è in pensione. Dopo 36 anni passati in divisa è arrivato anche per lui il momento di godersi il meritato riposo. Tanto è passato da quando, era il 14 maggio 1982, conseguito il diploma, Arboit si era arruolato come agente ausiliario per l'assolvimento degli obblighi militari, divenendo, l'anno successivo, agente a tutti gli effetti. E una volta frequentato il corso di specialità per diventare operatore di polizia ferroviaria, era stato assegnato alla polizia ferroviaria di Verona Porta Nuova, Successivamente, nel periodo trascorso a Bologna, era stato tra i primi ad accorrere a San Benedetto Val di Sambro in occasione della strage di Natale al rapido 904. Nel dicembre 1989 nuovo spostamento, questa volta alla Polfer di Calalzo dove vi è rimasto fino al luglio 2014 per poi trascorrere gli ultimi anni di servizio alla Polfer del capoluogo. Ma tra un concorso e l'altro, aveva raggiunto il grado di sostituto commissario coordinatore. Arboi, negli anni si è distinto nella Polizia di Stato anche per il suo impegno da sindacalista nelle file del Siulp, diventandone nel 1996 segretario provinciale fino ad oggi. E tutto lascia pensare che non abbia intenzione di smettere del tutto, in quanto di recente è stato eletto segretario regonale del Siulp Veneto. Attestati di stima, riconoscimenti nel hanno sicuramente accompagnato la carriera, non soltanto da parte delle istituzioni, ma anche dal cittadino comune che, primo fra tutti, ha avuto modo di apprezzarne lo spirito di abnegazione e il sentimento di vicinanza per le vicende che lo hanno riguardato. Entusiasmo, passione, dedizione al lavoro non sono mancati al comandante, dal primo fino all'ultimo giorno in cui ha indossato la divisa. Alla fine, quindi, è arrivato il momento del commiato, non senza un comprensibile rammarico: per lui, forse, ma soprattutto per tutti i suoi colleghi che negli anni ne hanno apprezzato le innumerevoli doti umane, oltre che professionali.
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