Pd, malumori ma nessuno lascia

Giovedì 23 Febbraio 2017
Pd, malumori ma nessuno lascia
Barcolla, forse, ma non molla. Davanti al can can nazionale il Pd Bellunese per ora resta saldo. Non c'è Enrico Rossi, Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema che tenga, dai giovani alla vecchia guardia il partito in provincia resta ancorato attorno a Renzi. L'ex segretario non convince tutti, i modi poco democratici saltano agli occhi dei più, ma in un momento in cui in agenda c'è l'appuntamento ormai prossimo delle elezioni comunali del capoluogo la decisione è quella di restare forti insieme.
Claudia Bettiol capogruppo in consiglio comunale a Belluno ammette di trovare aberrante quanto sta accadendo a Roma e di voler restare nel partito. E nonostante Lillo Trinceri, consigliere provinciale e assessore al bilancio del Comune di Trichiana sia vicino a Enrico Rossi e al suo progetto, oggi sembra prevalga per tutti la linea di affrontare la tempesta a testa bassa e uniti. Nessun occhiolino agli infedeli, insomma. «Non ho notizie di gente decisa ad uscire dichiara la segretaria provinciale Erika Dal Farra -, non è arrivata nessuna mail da parte di persone che non vogliono più la tessera. Anche in chi potrebbe essere schierato dalla parte degli scissionisti prevarrà, secondo me, la volontà di stare dentro al partito. Siamo l'eccezione che conferma la regola, forse, ma siamo più uniti di prima».
Bettiol invita tuttavia a non fare i conti senza l'oste. Per non trovarsi poi a piangere sulle tessere perse. Insomma, di trovarsi e parlarsi. «Per ora non è stata convocata nessuna assemblea commenta -, eppure secondo me bisognerebbe riunirci e guardarci tutti negli occhi perché se non creiamo luoghi e occasioni di discussione rischiamo che la gente se ne vada senza dire nulla. In ogni caso c'è confusione, dall'incontro dell'Assemblea dell'Unione comunale di martedì è risultato chiaramente come la gran parte delle persone non capisca il perché di questa confusione e sia disorientata. Io da parte mia per il momento resto nel Pd, ma vedrò come si svilupperà il dibattito nei prossimi giorni e, di certo, mi attendo quanto meno un cambio di rotta rispetto a quello che ho visto finora». Un segretario autorevole non dovrebbe permettersi di perdere pezzi storici e tanto radicati sul territorio del suo partito, secondo Bettiol che divide le colpe in due e decide di restare a osservare.
Lillo Trinceri proseguirà il progetto di Rossi dall'interno. Abbandona l'amico infedele e decide di restare tra i renziani. «Ho sempre sostenuto Rossi e gli ho dato una mano nelle presentazioni del suo libro dichiara -, condivido le sue idee sull'uguaglianza e le povertà ma non sono d'accordo con la sua scelta. Credo si possa dare un contributo alla sinistra stando dentro il Pd. In provincia, stando a quanto sento in questi giorni, il partito non ne perderà».
La sua spaccatura, d'altra parte, il Pd bellunese l'ha già vissuta anni fa con la fuoriuscita del gruppo di Renato Bressan, anima della Sinistra Dem. Oggi il fronte è in equilibrio, gli animi inquieti se ne sono già andati. Lo assicura il segretario dell'Unione comunale Quinto Piol. «Abbiamo precorso i tempi scherza -, ci siamo già divisi anni fa e ora ci uniamo in vista delle prossime comunali. Noi restiamo tutti nel partito e di certo in città non si prevedono movimenti contrari».
Anche a Feltre non si prevedono grossi scossoni. Il capogruppo in consiglio comunale Marcello Malacarne ha dubbi su Renzi, ma non pensa di dire addio. «Resto assicura -, perché secondo me in questo momento andarsene non è la soluzione migliore, certo è che rimango perplesso per quanto sta succedendo e sono comunque convinto della validità del progetto Pd che riuniva le due tradizioni». Anche a Roma Belluno terrà duro. Il parlamentare Roger De Menech ribadisce la sua fede renziana «anche se ammette perdere dei pezzi non fa mai piacere. In provincia non prevedo grossi scossoni, prevale la voglia di lavorare da dentro».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci