Parco Dolomiti: «Io presidente? mi tiro indietro»

Mercoledì 22 Novembre 2017
LA SCELTA
BELLUNO «Faccio un passo indietro». Irma Visalli ritira la sua candidatura a presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Non si rasserena il cielo sopra l'ente, privo di presidente dal luglio del 2015 e da allora coinvolto in un baillame di nomi, polemiche e intrecci. L'ex assessore provinciale, ex consigliere comunale, esponente del Partito Democratico e per esso responsabile regionale del settore ambiente, si tira fuori dalla lista. La battaglia si è fatta dura, un gioco al massacro da cui Visalli ha deciso di togliersi.
LA DECISIONE
«Ne va della mia dignità, anche in quanto donna le sue parole -, in questa battaglia di potere ci sono dentro tante componenti». Il motivo del dietro front sarebbe il veto messo da una certa parte politica, pare la stessa Regione, sul suo nome in quanto troppo marcatamente politico. Lo stop avrebbe creato una situazione di stallo con nomine ferma da oltre due anni e nessun movimento in vista. «Mi ritiro, pare che sia io il problema perciò per il bene del territorio mi faccio da parte le sue parole -. È una baggianata porre un veto su un nome solo perché legato ad un partito, io non mi vergogno di far parte del Pd né tanto meno della mia esperienza di assessore. Esigo e rivendico il diritto di fare politica e, allo stesso tempo, di esercitare il mio mestiere».
La nomina avviene con decreto del Ministero dell'Ambiente sulla base di proposte avanzate dal territorio. I sindaci dei comuni all'interno del Parco hanno espresso a Roma la volontà di vedere l'ente in mano ad una guida forte e locale, hanno tratteggiato una sorta di identikit ma senza avanzare alcun nome. Le associazioni ambientaliste avevano caldeggiato Walter Bonan e sulla questione giravano anche i nomi di Simonetta Buttignon, Orlando Dal Farra già presidente dell'Unione Montana Belluno Ponte nelle Alpi e di Fabio Rufus Bristot, ex delegato del Soccorso Alpino e consigliere comunale di maggioranza nel capoluogo e Alberto Vettoretto in quota Lega. Ma un accordo tra Regione e Roma su questo ventaglio di proposte non è mai stato trovato.
«Da oggi, avendo ritirato la mia candidatura, mi sento finalmente libera di fare qualcosa per le aree protette conclude Visalli -, di avviare un dibattito e una riflessione che coinvolgano diverse forze politiche. Prima essendo candidata non lo potevo fare, rischiavo di attirare le critiche e che il gesto venisse letto come la volontà di mettersi in mostra».
A.Tr.
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