Nevegallika agli operatori del Colle «Le nostre iniziative? Un piano B»

Domenica 20 Agosto 2017
BELLUNO - (dt) «Per il Nevegal serve un piano B. Ci spiace aver sollevato un polverone, ma va bene così». Del resto, bene o male, l'importante è che se ne parli. E di Nevegal si sta parlando eccome. Il Colle è al bivio e Nevegallika lo sa bene. L'associazione sportiva che da qualche anno si è presa cura della montagna di Belluno (con l'organizzazione di gare e manifestazioni, con la manutenzione dei sentieri e la promozione di attività) aveva lanciato la sua proposta qualche giorno fa: se l'Alpe non garantirà l'innevamento artificiale e terrà chiusa la stagione invernale, ci pensiamo noi a fare attività da dicembre a marzo, dicevano dall'associazione. La cosa non è piaciuta agli altri operatori del Colle, che ritengono condizione necessaria quella di avere seggiovia e skilift attivi, e piste bianche e aperte nei mesi invernali. Del resto, è vero - come dice l'Alpe - che un Nevegal chiuso d'inverno significa morte cerebrale per tutta la località; ma non per qualche mese: per sempre. Ecco perché gli operatori continuano a chiedere una mano al Comune per garantire l'apertura invernale. «Ben venga se gli impianti apriranno - premettono da Nevegallika -. La nostra proposta non voleva essere un accontentarsi di un Nevegal senza sci. Semplicemente, volevamo creare un piano B nel caso dovesse prendere piede l'ipotesi più catastrofica di tutte, quella di un inverno senza Alpe, senza neve e senza impianti aperti. Amiamo il Colle e non vogliamo vederlo morire. E per questo abbiamo lanciato la nostra proposta, come estrema ratio nel caso non dovesse concretizzarsi quello l'Alpe spera, cioè che il Comune possa dare una mano agli operatori. Non ci stiamo alla morte del Nevegal e non staremo fermi: la nostra proposta rimane valida, perché non vuole mettersi in contrapposizione con nessuno».

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