MontagnaTerapia: il Cai traccia il sentiero

Domenica 16 Dicembre 2018
IL DIRETTIVO
AGORDO Il gotha veneto del Club alpino italiano si è ritrovato ieri pomeriggio ad Agordo. Per spegnere le candeline dei 150 anni di vita della sezione, la più antica del Nord Est. Ma pure per fare il punto sulla sentieristica, in nome della solidarietà, e per buttare giù i progetti da attuare nel 2019 - a cominciare da MontagnaTerapia. Un incontro che è stato occasione, pure, per riflettere sulla modalità di gestione del milione di euro affidato al Cai Veneto dalla Regione. A discuterne il presidente il veneziano Francesco Carrer - affiancato dai due vice: il bellunese Alessandro Farinazzo e il vicentino Renato Frigo. Fanno parte del gruppo dirigente anche la cadorina Luisella Giacobbi, il trevigiano Roberto Paneghel, il veronese Alberto Perolo, la padovana Luigina Sartorati, il veneziano Ugo Scortegagna, il feltrino Renzo Zollet.
CAI E DISABILTA'
Braccia aperte a chi vive con un handicap, che sia fisico o mentale. Il direttivo non ha solo chiuso i conti, tra entrate ed uscite. Ha posto il piedestallo del progetto MontagnaTerapia. «Per portare in quota persone con disabilità, come i bambini down. Magari in collaborazione con le Uls», sintetizza Carrer. Già 22 sezioni organizzano qualche attività. «Vogliamo coinvolgere tutte le 65 del Veneto». Con un primo passaggio: la messa in rete attraverso MontagnaTerapia. «Con lo scopo di migliorarsi, nel numero di persone disabili coinvolte e in qualità dell'offerta».
L'ANNIVERSARIO
Il presidente del Cai Veneto, Francesco Carrer, si inchina innanzitutto alla storia: «La sezione di Agordo è la nostra numero uno. Un dato questo che è inconfutabile, che mai si potrà modificare». Il riferimento va al fatto che a seguire Torino, Aosta e Varallo - Agordo è stata la quarta ad essere fondata in Italia: «Ma è la prima del Veneto, anzi di tutto il nord est». Carrer aggiunge: «Si tratta di una sezione che lavora alla grande. E la sua presidente, Anna Magro, è un vulcano». Va ricordato che la sezione venne inaugurata il 17 dicembre 1868 da un ingegnere torinese (amico del fondatore del Cai, Quintino Sella) che arrivò ad Agordo per lavorare nelle miniere di Valle Imperina Il Cai Veneto aveva deciso ben prima del 29 ottobre che la riunione del direttivo di fine anno si sarebbe tenuta ad Agordo, proprio in relazione alla festa per i 150 anni di vita. «Il Cai non è solo statuto, bilancio, regolamento. Ci sta il sentimento e l'affetto». Compresa la riconoscenza: «Quello che oggi è il Cai Veneto discende da questa radice». Una primogenitura che ha fruttificato. Oggi i soci ammontano a circa 52mila, per numero sono secondi solo alla Lombardia: «Ma primi nel rapporto soci-popolazione, e in aumento. Nel 2017 siamo cresciuti di altre 1500 unità».
SENTIERISTICA
Non solo solo torta, riconoscimenti e applausi per l'anniversario. Anche sorrisi smorzati. Perché la sferzata del vento di fine ottobre non è solo memoria: «Ci sono ancora sentieri su cui manca la ricognizione e si dovrà attendere la primavera. L'Alto agordino è stata una delle zone più duramente colpite, ma altre zona hanno patito. Ecco perché cambieremo alcune destinazioni del finanziamento giratoci dalla Regione». Si tratta di un milione di euro. Stornare denaro, quindi, nell'ottica della messa in sicurezza dei sentieri: «Pensavamo in origine di impegnare tutto il fondo nella qualificazione dell'offerta turistica, per i rifugi e la segnaletica. Ora le priorità sono cambiate. Dobbiamo pensare, anche per la sentieristica, a ripristino, rinascita, ripartenza».
Daniela De Donà
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