«Migranti accolti: per il Cadore una gran risorsa»

Lunedì 15 Ottobre 2018
SAN VITO
(gb) La testimonianza dell'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini è stata una sorta di appello: «Possiamo accogliere ancora ha detto la Nicolini -, accogliere è un gesto di pace. È anche un modo per aiutare quelle persone a casa loro perché per ognuno che rendiamo libero di lavorare e mandare a casa del denaro altri resteranno in patria». La sala polivalente De Lotto di San Vito di Cadore non era gremita sabato sera all'incontro organizzato da Libera Cadore, con il sostegno della locale amministrazione comunale; si parlava di Migranti, tra realtà virtuale e vita quotidiana. Pochi ma attenti e interessati i presenti; gli onori di casa li ha fatti l'assessore Matteo De Monte mentre per Libera ha introdotto l'argomento Piermario Fop. La testimonianza dell'ex sindaco di Lampedusa è stata come un pugno nello stomaco: forte, diretta, senza veli. Giusi Nicolini ha visto e vissuto il dramma di migliaia e migliaia di migranti sbarcati nella sua isola, negli ultimi 20 anni la sua gente ha salvato 300mila persone. E Lampedusa è sempre là con i suoi 6.500 residenti e con il turismo in crescita, «anche adesso siamo pieni di turisti, per noi tutto questo è normale, non c'è stato bisogno di costringere nessuno a farlo, chiunque chiede aiuto in mare va soccorso». Luca Valmassoi della Cooperativa Sociale Cadore, che dal 2008 si occupa di lavoro e dal 2011 anche di accoglienza, ha parlato di un metodo di gestione che ha dato importanti risultati. Un dato su tutti: «dei 50 ragazzi che abbiamo seguito nel biennio 2016/17 una ventina hanno firmato un regolare contratto di lavoro e si sono ben integrati - ha detto Valmassoi - Dopo lo scandalo di Mafia Capitale tutte le cooperative sono criminalizzate e il nostro lavoro è diventato difficile se non impossibile». Oggi la Cooperativa Sociale Cadore segue 40 migranti in 5 strutture. Una gestione premiata anche dall'Unhcr, Alto Commissariato Nazioni Unite, per aver saputo integrare e il segreto sta tutto nell'accoglienza diffusa. Valmassoi: «Il primo gruppo era di 10 ragazzi che abbiamo diviso fra Valle e Perarolo, poi sono aumentati fino a 60 e l'accoglienza è stata distribuita anche fra Pieve, Lozzo, Domegge e Santo Stefano. Da problema la presenza di migranti è diventata un'opportunità di lavoro per una decina di cadorini. Sono state affittate case che erano chiuse da tempo e altre i cui proprietari sono in casa di riposo garantendo loro un reddito senza dimenticare il lavoro dato ai vari artigiani». E tutto questo con la supervisione della Cooperativa.
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