Miglioramenti del 10 e 11,6% rispetto allo scorso anno

Sabato 20 Maggio 2017
BELLUNO - (dt) La crisi sembra essere alle spalle: l'industria made in Belluno funziona. Fatte salve alcune degenze di lungo corso (e senza contare i malati gravi che stentano a digerire le cure, da Ferroli ad Acc Wanbao), produzione e fatturato mostrano segnali più che incoraggianti per quanto riguarda l'avvio del 2017. Lo dicono i dati dell'osservatorio Veneto Congiuntura (realizzata da Unioncamere del Veneto), aggiornati al periodo gennaio-marzo di quest'anno. La produzione manifatturiera viaggia. La provincia di Belluno registra una produzione in crescita quasi del 10% su base annua. Un miglioramento netto rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre 2016 (+3,9%), tanto che si tratta della crescita più alta (relativa al primo trimestre) degli ultimi anni. Nettissimo il miglioramento anche rispetto alla media nazionale, ferma al +3,9%. Alla produzione fa seguito il fatturato, quanto mai roseo. Nel periodo gennaio-marzo l'aumento su base annua risulta del +11,6%, un tasso più che doppio rispetto a quello rilevato lo stesso trimestre dello scorso anno (+5,3%). Se produzione e fatturato viaggiano, gli ordinativi non sono da meno. Anzi, continuano l'andamento positivo rilevato a fine anno e garantiscono un orizzonte medio di produzione di 58 giorni, superiore a quanto rilevato un anno fa nello stesso periodo (50 giorni). Cresce soprattutto la domanda estera (+21,6% su base annua), ma si mantiene positiva anche la domanda interna, sebbene a ritmi decisamente diversi: +2,7% la crescita sul trimestre precedente e +3,6% rispetto a dodici mesi fa. Le imprese bellunesi scelgono l'ottimismo: la maggioranza degli intervistati si schiera a favore dell'aumento, sia per gli ordini dal mercato estero che dal mercato interno. Le previsioni per il secondo trimestre 2017 sono confortanti - commenta Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Belluno e Treviso -. Pare che i mercati esteri continuino a sorridere al made in Belluno. In più, tende a ridursi la zona di sofferenza, la quota di imprese che indicava situazioni in peggioramento. Non possiamo abbassare la guardia, ma la tendenza di fondo è positiva».

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