Aveva preso una botta sulla schiena. E alla fine si è ritrovata con una diagnosi di meningite da pneumococco. Nei giorni scorsi una 55enne di Cortina è caduta mentre sciava riportando un leggero trauma. Non sembrava nulla di grave. Ma in realtà si stava già sviluppando l'infezione. Con il passare delle ore il quadro è peggiorato. Il dolore è via via aumentato. La donna ha iniziato a sentire anche un intorpidimento generale. Così, sospettando conseguenze cerebrali, è stato disposto il suo trasferimento nell'ospedale di Treviso, centro di riferimento interprovinciale per la neurochirurgia. Qui è arrivata giovedì sera in elisoccorso. Visto il quadro clinico, è stata subito sottoposta a una diagnosi differenziale tra un problema neurochirurgico e una meningite. Il test rapido ha sentenziato: meningite da pneumococco. E nel giro di poco è arrivata la conferma dai laboratori della Microbiologia. Adesso la donna è ricoverata in Terapia intensiva. Qui ha iniziato la terapia antibiotica specifica. Le sue condizioni sono serie. La prognosi riservata. Ma non sono stati registrati peggioramenti. E questo fa ben sperare. Un aspetto fondamentale: la meningite da pneumococco non dà origine a focolai epidemici. Non è stato quindi necessario avviare alcuna profilassi antibiotica per proteggere i familiari e le persone entrate in stretto contatto con la 55enne. Il nuovo caso di meningite arrivato da Belluno si aggiunge agli otto emersi nella Marca in poco più di un mese e mezzo (due meningiti da meningococco di tipo C, la forma più pesante, questa sì contagiosa, e sei da pneumococco). Ma non si può far salire il conteggio a nove.
«Non si tratta di un caso emerso nella nostra zona sottolinea Roberto Rigoli, direttore del dipartimento di Patologia clinica e responsabile della Microbiologia dell'ospedale di Treviso non va quindi a incidere sulla nostra epidemiologia». E così la parte epidemiologica ora toccherà ai medici dell'Usl Dolomiti di Belluno.
Su questo fronte il primario sta portando avanti tutta una serie di accertamenti. L'ipotesi è che i forti mal di gola legati all'influenza stagionale possano aver favorito l'insorgere della meningite. «Oltre il 10% della popolazione è portatore sano dello pneumococco conclude Rigoli e nei pazienti con influenza e faringiti importanti si crea una condizione che di fatto facilita l'arrivo del batterio alle meningi».
«Non si tratta di un caso emerso nella nostra zona sottolinea Roberto Rigoli, direttore del dipartimento di Patologia clinica e responsabile della Microbiologia dell'ospedale di Treviso non va quindi a incidere sulla nostra epidemiologia». E così la parte epidemiologica ora toccherà ai medici dell'Usl Dolomiti di Belluno.
Su questo fronte il primario sta portando avanti tutta una serie di accertamenti. L'ipotesi è che i forti mal di gola legati all'influenza stagionale possano aver favorito l'insorgere della meningite. «Oltre il 10% della popolazione è portatore sano dello pneumococco conclude Rigoli e nei pazienti con influenza e faringiti importanti si crea una condizione che di fatto facilita l'arrivo del batterio alle meningi».