LE SPESE
BELLUNO La democrazia ha un prezzo. Per la Provincia di Belluno, ne

Venerdì 20 Ottobre 2017
LE SPESE
BELLUNO La democrazia ha un prezzo. Per la Provincia di Belluno, ne ha due. Perché il referendum di domenica prossima costerà una cifra di compartecipazione alle spese sostenute dalla Regione per la sua consultazione. E questo è un dato ormai assodato. Adesso, però, arriva la seconda cifra, quella di compartecipazione agli straordinari delle forze dell'ordine che vigileranno sui seggi. Sì, perché Roma ha inviato a Venezia il conto di quanto costa mandare le divise a controllare che le operazioni di voto possano celebrarsi senza intoppi. Due milioni di euro in più sulla somma finale dei costi del referendum. Di conseguenza, visto che aumenta la spesa della Regione, aumenterà anche l'esborso da parte di Palazzo Piloni.
QUANTO PAGA LA PROVINCIA
In una manovra estiva, Palazzo Piloni ha messo a bilancio 300mila euro come spese per il referendum. Si tratta della metà del costo totale della consultazione nel territorio bellunese, secondo le stime effettuate dalla Regione Veneto. Da Venezia, infatti, è arrivata fin dall'inizio una richiesta semplice: Belluno compartecipi alle spese referendarie. Fatti quattro calcoli, Palazzo Piloni è riuscito a risparmiare qualcosa attraverso l'utilizzo delle guardie provinciali per la distribuzione delle schede. Il resto, starà dentro i 300mila euro messi a bilancio. E gli straordinari delle forze dell'ordine? Il contro mandato dallo Stato a Venezia riguarda anche Belluno, sempre per la compartecipazione prevista. Le stime vagano tra i 60 e gli 80mila euro. «La somma richiesta verrà conteggiata dopo il referendum - spiega Maurizio Busatta, del comitato referendum provinciale -. Il conto verrà mandato direttamente alla Provincia, con il totale delle operazioni referendarie e del costo delle forze dell'ordine». In ogni caso, il consiglio provinciale a inizio ottobre ha varato un assestamento di bilancio da 60mila euro.
LA CAMPAGNA REFERENDARIA
A proposito di costi della democrazia, il comitato referendum provinciale fa due conti su quanto speso per promuovere il «sì» alle urne di domenica prossima. «Siamo nati il 26 settembre e partiti ufficialmente all'inizio di ottobre - spiega Busatta -. Il nostro obiettivo era quello di affiancare la Provincia nella campagna referendaria. Siamo riusciti a raccogliere circa 8mila euro, grazie ai sindaci che si sono autotassati (una trentina di primi cittadini hanno risposto con 50 euro ciascuno), alle associazioni di categoria, a due parlamentari (D'Incà e De Menech), ad un'azienda e a privati cittadini. Di questi 8mila euro, sono stati spesi 7.500 euro per le spese della campagna. Abbiamo stampato e affisso 300 manifesti e 50mila pieghevoli».
GLI ULTIMI APPUNTAMENTI
Una campagna referendaria lunga tre settimane. Stasera si chiude con il botto. Anzi, con il doppio appuntamento. Per concludere in bellezza la campagna referendaria della Regione Veneto, il governatore Zaia sarà a Belluno. E promuoverà il «sì» all'autonomia dalla Sala Bianchi. L'appuntamento, organizzato congiuntamente dalla Lega Nord e dai comitati che sostengono il «sì», andrà in scena alle 19.30. Alle 18 al palaghiaccio di Feltre, si chiuderà invece la campagna del comitato referendum provinciale. Interverranno tra gli altri Maurizio Busatta e il sindaco Perenzin.
Damiano Tormen

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