BELLUNO - (D.T.) Un pezzo di Piave da ecocentro. Alle porte di Belluno, sul fiume sacro alla patria, giace un vecchio televisore con tubo catodico, a fianco di un frigorifero scassato e di una serie di gomme da automobile. Cosa c'entrano con il fiume e con la città? Ovviamente niente. Sono frutto dell'ennesimo episodio di inciviltà. Ennesimo e reiterato, perché la discarica a cielo aperto di via Miari è lì da anni. E da anni continua ad essere impropriamente utilizzata da qualche furbetto. La scarpata che si butta a precipizio sul Piave dallo spiazzo a fianco dell'uscita del tunnel di Col Cavalier (proprio sotto la vecchia frana di via Miari) è cosparsa di immondizie di ogni tipo. Soprattutto di rifiuti ingombranti e speciali, di quelli che andrebbero conferiti all'ecocentro. Oltre a lattine, bottigliette e sacchi neri dell'immondizia, tra gli alberi della scarpata spuntano un televisore e un frigorifero, i resti di una lavatrice, pezzi di sanitari e cumuli di segatura. Vicino anche un pezzo di lamiera e un vecchio abete con tanto di vaso (probabilmente un albero di Natale). Stessi rifiuti, stessa scena, posto diverso: a poche centinaia di metri in linea d'aria, ecco un'altra discarica en plein air, stavolta lungo il greto del fiume, sotto via Montegrappa. Il cumulo di rifiuti lungo la stradina sterrata che porta al campo da calcio del Piave.
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