LE REAZIONI
BELLUNO «Chiederemo i danni morale, valuteremo come muoverci». Il presidente della Provincia Roberto Padrin ieri era spiazzato. Sommerso di chiamate e di messaggi dai bellunesi inferociti e delusi per la trasmissione andata in onda la sera prima, il presidente ora sta valutando quali azioni intraprendere per dare un chiaro segnale a chi fa informazione a livello nazionale. Nessuna sete di vendetta, ci mancherebbe, ma la voglia di mettere le cose in chiaro una volta per tutte. «Cercheremo di capire quali provvedimenti si possono adottare perché questi errori ormai sono diventati intollerabili spiega -. Per carità, capita di sbagliare ma qui succede spesso ed è ora di finirla. La comunicazione dovrebbe essere oggettiva, asettica e corretta». Nessuna lettera o mail con offerta economica e richiesta di sostenere la puntata a fronte di un contributo è arrivata i mesi scorsi sulle scrivanie e sulla posta elettronica di Palazzo Piloni, da che ricorda il presidente. Anche se fosse stato, di certo le scarse possibilità dell'ente non avrebbero consentito di partecipare versando una quota. Ieri, la domanda in bocca a tutti, politici compresi, era appunto perché?. Perché la trasmissione ha omesso un'informazione così importante cadendo in errore? Si vorrebbe capire quale sia stato il discrimine tra un'informazione corretta e completa e una parziale, considerando come tra i titoli di coda figurassero le province di Trento e di Bolzano ma non quella di Belluno, nemmeno una misera sigla in fondo ai ringraziamenti. «Mi auguro non si tratti di una mera questione economica prosegue Padrin -, se si parla di Dolomiti non si può non considerare come il Bellunese detenga il 40% delle montagne patrimonio dell'umanità».
LA CRITICA
«Una trasmissione scarsa», l'ha definita con un commento lapidario l'assessore alla Cultura del Comune capoluogo Marco Perale. La questione riporta in auge il tema, antico, della disparità di trattamento tra due terre confinanti e rinfiamma, anche nell'assessore, la ferita dell'ingiustizia. «Quando si parla di un bene occorre dare una visione generale riflette , tanto più se si ha la pretesa di parlarne in modo scientifico. Certo noi bellunesi siamo pessimi nel promuoverci, ma è ora di porre fine allo scandalo dello statuto speciale».
A. Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA BELLUNO «Chiederemo i danni morale, valuteremo come muoverci». Il presidente della Provincia Roberto Padrin ieri era spiazzato. Sommerso di chiamate e di messaggi dai bellunesi inferociti e delusi per la trasmissione andata in onda la sera prima, il presidente ora sta valutando quali azioni intraprendere per dare un chiaro segnale a chi fa informazione a livello nazionale. Nessuna sete di vendetta, ci mancherebbe, ma la voglia di mettere le cose in chiaro una volta per tutte. «Cercheremo di capire quali provvedimenti si possono adottare perché questi errori ormai sono diventati intollerabili spiega -. Per carità, capita di sbagliare ma qui succede spesso ed è ora di finirla. La comunicazione dovrebbe essere oggettiva, asettica e corretta». Nessuna lettera o mail con offerta economica e richiesta di sostenere la puntata a fronte di un contributo è arrivata i mesi scorsi sulle scrivanie e sulla posta elettronica di Palazzo Piloni, da che ricorda il presidente. Anche se fosse stato, di certo le scarse possibilità dell'ente non avrebbero consentito di partecipare versando una quota. Ieri, la domanda in bocca a tutti, politici compresi, era appunto perché?. Perché la trasmissione ha omesso un'informazione così importante cadendo in errore? Si vorrebbe capire quale sia stato il discrimine tra un'informazione corretta e completa e una parziale, considerando come tra i titoli di coda figurassero le province di Trento e di Bolzano ma non quella di Belluno, nemmeno una misera sigla in fondo ai ringraziamenti. «Mi auguro non si tratti di una mera questione economica prosegue Padrin -, se si parla di Dolomiti non si può non considerare come il Bellunese detenga il 40% delle montagne patrimonio dell'umanità».
LA CRITICA
«Una trasmissione scarsa», l'ha definita con un commento lapidario l'assessore alla Cultura del Comune capoluogo Marco Perale. La questione riporta in auge il tema, antico, della disparità di trattamento tra due terre confinanti e rinfiamma, anche nell'assessore, la ferita dell'ingiustizia. «Quando si parla di un bene occorre dare una visione generale riflette , tanto più se si ha la pretesa di parlarne in modo scientifico. Certo noi bellunesi siamo pessimi nel promuoverci, ma è ora di porre fine allo scandalo dello statuto speciale».
A. Tr.