FELTRINO
Botte, insulti e troppi bagni al figlio minore, tanto da rendergli la vita impossibile. Una madre di 37 anni, fissata per l'igiene, è finita a processo per maltrattamenti aggravati a minore.
Il processo si è aperto ieri davanti al giudice Antonella Coniglio con la lettura del capo di imputazione. La donna era presente in aula assistita dall'avvocato Luciano Perco.
Secondo l'accusa, la donna, tra l'estate del 2015 e l'autunno dell'anno successivo, si sarebbe resa responsabile di una serie di vessazione nei confronti del ragazzino, all'epoca di nove anni. Tra le sue manie c'era soprattutto quella della pulizia assoluta, tanto da essere persino citata nel capo di imputazione come una fissata.
La parte più penosa riguarda invece le presunte aggressioni verbali e fisiche alle quali avrebbe sottoposto il ragazzino.
Lo sgridava ripetutamente, dicendogli spesso «sei uno stupido, un poregramo», arrivando persino a dirgli di andarsene di casa e che se no lo avesse fatto avrebbe chiamato i carabinieri.
È accusata inoltre di aver ripetutamente alzato le mani verso il figlio tirandogli sberle e pugni, arrivando persino a prenderlo a calci ovunque le capitasse. Contestato anche un episodio nel quale lo prese i capelli, strattonandolo e facendolo cadere a terra. Vietato pure uscire di casa per giocare con i suoi coetanei o di farli entrare in casa, perché vigevano le regole del pulito alle quali lui stesso doveva piegarsi con ripetute docce e bagni.
«Comportamenti iperprotettivi per eccesso di accudienza» li ha definiti il magistrato nel capo di imputazione.
Capita anche che litigasse con i suoi genitori ai quali veniva vietato di stare con il nipotino.
Insomma, condizioni di vita impossibili per un bimbo, costretto a fare i conti con atteggiamenti che tutto avrebbero infuso nel suo animo, tranne che la dovuta serenità.
Si tratta di accuse che, ovviamente, dovranno essere provate in aula con l'audizione dei testi. Ma agli atti vi sarebbero già diversi elementi tra cui l'audizione protetta dei minori con tanto di incidente probatorio.
Si torna in aula il 7 febbraio 2019.
L.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Botte, insulti e troppi bagni al figlio minore, tanto da rendergli la vita impossibile. Una madre di 37 anni, fissata per l'igiene, è finita a processo per maltrattamenti aggravati a minore.
Il processo si è aperto ieri davanti al giudice Antonella Coniglio con la lettura del capo di imputazione. La donna era presente in aula assistita dall'avvocato Luciano Perco.
Secondo l'accusa, la donna, tra l'estate del 2015 e l'autunno dell'anno successivo, si sarebbe resa responsabile di una serie di vessazione nei confronti del ragazzino, all'epoca di nove anni. Tra le sue manie c'era soprattutto quella della pulizia assoluta, tanto da essere persino citata nel capo di imputazione come una fissata.
La parte più penosa riguarda invece le presunte aggressioni verbali e fisiche alle quali avrebbe sottoposto il ragazzino.
Lo sgridava ripetutamente, dicendogli spesso «sei uno stupido, un poregramo», arrivando persino a dirgli di andarsene di casa e che se no lo avesse fatto avrebbe chiamato i carabinieri.
È accusata inoltre di aver ripetutamente alzato le mani verso il figlio tirandogli sberle e pugni, arrivando persino a prenderlo a calci ovunque le capitasse. Contestato anche un episodio nel quale lo prese i capelli, strattonandolo e facendolo cadere a terra. Vietato pure uscire di casa per giocare con i suoi coetanei o di farli entrare in casa, perché vigevano le regole del pulito alle quali lui stesso doveva piegarsi con ripetute docce e bagni.
«Comportamenti iperprotettivi per eccesso di accudienza» li ha definiti il magistrato nel capo di imputazione.
Capita anche che litigasse con i suoi genitori ai quali veniva vietato di stare con il nipotino.
Insomma, condizioni di vita impossibili per un bimbo, costretto a fare i conti con atteggiamenti che tutto avrebbero infuso nel suo animo, tranne che la dovuta serenità.
Si tratta di accuse che, ovviamente, dovranno essere provate in aula con l'audizione dei testi. Ma agli atti vi sarebbero già diversi elementi tra cui l'audizione protetta dei minori con tanto di incidente probatorio.
Si torna in aula il 7 febbraio 2019.
L.M.
