LA SFIDA
BELLUNO Giovani a caccia di un'occupazione. A volte occorre coraggio

Lunedì 21 Maggio 2018
LA SFIDA BELLUNO Giovani a caccia di un'occupazione. A volte occorre coraggio
LA SFIDA
BELLUNO Giovani a caccia di un'occupazione. A volte occorre coraggio nel mettersi in gioco, anche con un pizzico di incoscienza. Arianna Burlon è hostess di yacht. In barca fa di tutto, quasi fosse un maggiordomo del mare. Con responsabilità: «Faccio la spesa, cucino, preparo le cuccette, tengo i bambini se ce ne sono». Ma dà una mano, pure, nelle manovre di ormeggio e disormeggio. «Oggi mi sento pienamente realizzata, lavoro 6-8 mesi all'anno e guadagno bene. Certo la partenza è stata un po' all'avventura».
LE RICETTE DELLA NONNA
Curioso è che Arianna, fino a qualche anno fa e per sua ammissione, non sapeva distinguere la prua dalla poppa. Oggi è iscritta a Gente di Mare della Capitaneria di Venezia e, nel mondo del diporto, è conosciuta e stimata: «Pensare che non avevo mai preso un treno. Il mio primo fu, per l'appunto, quello che mi portò in Costa Azzurra. Avevo deciso di buttarmi, di provare». Lì il battesimo del mare, su un Maiora di 35 metri di proprietà di un portoghese. «Ma se sai l'inglese sei a posto dappertutto». Arianna impara alla svelta a lanciare cime e fare la gassa. «Ma anche a inventare pranzi raffinati, magari per dieci ospiti importanti. Per noi italiani, comunque, è facile, dei nostri menù piace tutto. Io, in sostanza, preparo i piatti che ho imparato da mia nonna e mia mamma a Santa Giustina». Un aggiunta, però, è d'obbligo: «Occorre presentare le pietanze con originalità, con cura nel dettaglio. Basta essere un po' creativi e, soprattutto con gli stranieri, il gioco è fatto».
IL PERCORSO
Arianna racconta, con semplicità, la sua storia: «Lo scopo è mandare un messaggio ai giovani bellunesi, perché qualcuno, magari, provi a seguire la mia strada. Di questo lavoro c'è richiesta». Arianna che vive a Santa Giustina, almeno nel periodo in cui non è in giro per il mondo, è riuscita a mettere insieme le sue passioni: «Stare in mare, viaggiare, cucinare». Ha 32 anni. A 19, con in mano il diploma di liceo socio-psico-pedagogico (ora si chiama Scienze umane) conseguito al Renier di Belluno, prende la decisione di non proseguire con gli studi universitari: «Non avevo le idee chiare sul tipo di facoltà, pensai di non forzare la mano. Oggi non mi sono pentita, ho studiato altre cose, ho imparato in altro modo».
DALLA MERCERIA ALLO YACHT
Sta di fatto che, come molti ventenni, Arianna Burlon si sente tirata da due fili: «Da una parte volevo uscire dalla realtà bellunese, dall'altra mi sentivo legata alla mia terra e alla mia famiglia». Intanto si butta in quello che arriva: «Subito ho trovato lavoro in una merceria creativa con hobbistica a Belluno, da Maraga, dove mi sono creata delle buone basi professionali a livello organizzativo e gestionale, competenze che, acquisite, si riusano dovunque». Segue l'impiego in asili privati: «Un modo per mettere in pratica il mio interesse per la pedagogia». Ma Belluno è stretta per lei, è tempo di spiccare il volo: l'occasione arriva parlando con un capitano di mare bellunese, Alessandro Lotto (a sx nella foto, insieme ad Arianna e al marinaio Lorenzo Melis). «Mi disse che era facile trovare impiego come hostess negli yacht». Un lavoro che mostra due facce: «E' stagionale, si sta via dalla tarda primavera al primo autunno poi si è liberi. Così spesso viaggio per conto mio».
IL LATO NEGATIVO
«Ci sono difficoltà oggettive se si desidera crearsi una famiglia». L'hostess Arianna Burlon ora è a Lignano, in partenza, a giorni, su una barca che batte bandiera austriaca: «Si esce nei fine settimana, a giugno verso la Croazia...».
Daniela De Donà
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