LA MISURA
BELLUNO Il pedofilo della Valbelluna è tornato a casa: è

Giovedì 14 Giugno 2018
LA MISURA
BELLUNO Il pedofilo della Valbelluna è tornato a casa: è ai domiciliari e non può parlare con nessuno, ma è a casa. Era finito in cella ai primi di dicembre 2017, ma dopo qualche giorno aveva ottenuto i domiciliari. Scattò una nuova ordinanza per altri fatti e tornò in carcere, poco tempo dopo. E finisce in carcere a Pordenone dove è rimasto dentro per diversi mesi. Questo perché c'erano state le due inchieste della Procura di Belluno (per le violenze) e Venezia (per immagini pedopornografiche) che hanno viaggiato parallelamente e hanno emesso due ordinanze di custodie cautelari.
Venerdì però, pochi giorni prima del processo, ha ottenuto i domiciliari nella sua casa della Valbelluna. Proprio nel paese dove andava vicino alla scuola media, durante l'orario di lezione, per cercare di adescare i ragazzini. Un giorno la prof fu addirittura costretta a chiamare i carabinieri per quel ragazzo tanto più grande che gironzolava attorno ai minori di 14 anni.
La decisione sulla nuova misura arriva dopo la richiesta del difensore, Pierluigi Cesa. Aveva impugnato in Appello, la decisione del gip veneziano sulla custodia cautelare (quello di Belluno aveva concesso già i domiciliari dopo il primo arresto per le violenze), ma la decisione è arrivata dopo di versi mesi: il 25enne può andare ai domiciliari. Il difensore, che sostiene che il suo assistito sia malato e affetto da vizio totale di mente, aveva chiesto in realtà i domiciliari alla Dumia, dove potesse essere curato. Segue comunque la terapia anche dall'abitazione. Nella misura ovviamente è vietato l'utilizzo di apparecchi informatici o cellulari.
Il giudice che dovrà decidere sulle richieste pronunciate ieri ha chiesto per il 21 giugno una relazione sulla personalità del 25enne da parte dello psichiatra del carcere di Pordenone. che si era pronunciato a favore di una misura meno afflittiva che consentisse delle cure per il ragazzo.
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