«La mia idea di uomo, Procuratore della Repubblica è per far sì che

Giovedì 27 Luglio 2017
«La mia idea di uomo, Procuratore della Repubblica è per far sì che la giustizia funzioni in modo decoroso». Così ha iniziato il suo discorso di insediamento ieri il procuratore Paolo Luca. «Credo fermamente nel principio dell'obbligatorietà dell'azione penale - ha esordito - principio che è messo in crisi dai problemi di organico che tutti sappiamo, soprattutto del personale amministrativo. È più che mai attuale ora con la riforma Orlando, che impone tempi rigorosi da rispettare». La riforma della giustizia entrerà in vigore il 3 agosto prossimo e prevede, tra le altre cose che i procuratori generali possano avocare a sè i procedimenti se entro tre mesi (prorogabili di altri 3 mesi, che arrivano a 15 mesi nel caso di reati più gravi come mafia e terrorismo) dalla chiusura delle indagini non viene fatta richiesta o di archiviazione o di rinvio a giudizio. «Si pretende molto dalla magistratura ha detto il procuratore -. Aspetto un aiuto concreto dal Ministero, in merito al distaccamento di personale». E poi sui vari operatori della giustizia il procuratore ha proseguito: «Per un funzionamento corretto si richiede un'interlocuzione continua tra magistratura ed avvocatura, questo ruolo impone un confronto continuo. Al personale amministrativo e alla polizia giudiziaria dico che un magistrato non è più importante di ciascuna persona che opera in una Procura o in un Tribunale: siamo tutti componenti della stessa macchina». «Devo anche un riconoscimento alla magistratura onoraria - ha proseguito -, ai vice procuratori in particolare senza il cui lavoro nessun ufficio di procura potrebbe funzionare». Infine sulla libera stampa: «Ho sempre avuto un rapporto franco con i giornalisti, ma non dimentichiamo che un magistrato non può dire sempre tutto. Ci sono tempi da rispettare. Ecco che mi piace citare il libro dell'Ecclesiaste, quando dice: c'è un tempo per parlare e un tempo per tacere».
Scroscianti applausi alla fine del discorso da tutti i presenti. Oltre all'ex procuratore Pavone, c'era l'ex presidente del Tribunale Sergio Trentanovi, tanti altri magistrati arrivati da fuori, il questore di Belluno, Michele Morelli, rappresentanti dei carabinieri, il direttore generale del'Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno e nomi di spicco dell'avvocatura bellunese.
Olivia Bonetti

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