LA BATTAGLIA
BELLUNO Cinquecento ex deputati, con davanti un possibile scenario

Giovedì 20 Settembre 2018
LA BATTAGLIA
BELLUNO Cinquecento ex deputati, con davanti un possibile scenario di miseria economica, hanno preso postazione nella trincea di via Garibaldi. È questo il quartier generale nella guerra contro il taglio dei vitalizi introdotto con una modifica al regolamento della Camera presieduta dal Torquemada dei privilegi, il pentastellato Roberto Fico. Tutti si sono affidati alle cure giuridiche di un loro ex collega, Maurizio Paniz, anch'egli vittima di una manovra destinata a tranciare in un solo colpo anche l'80 per cento dell'assegno. In tutto sono oltre 1300 gli ex parlamentari toccati dal provvedimento che entrerà in vigore dal 2019.
Paniz, tre volte deputato con il Pdl, fin dalle prime avvisaglie su un possibile azionamento di mannaie populiste si era messo sulla difensiva per dire no ad una procedura che metterebbe a rischio un principio giuridico dogma del diritto, ovvero: La legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo. Salvo, ovviamente, alcune eccezioni, purché siano favorevoli all'interessato e non sfavorevoli come nel caso in questione.
«Questo provvedimento è fuori dal mondo - tuona Paniz -, non può esistere la retroattività. Con questi tagli ci sarà gente costretta a vivere con 900 euro dopo che magari aveva assunto impegni più onerosi come, ad esempio, pagarsi semplicemente la retta della casa di riposo. Tutto questo non può passare. Sono certo che ne verremo fuori».
Tra luglio e agosto, spiega Paniz, il suo ufficio è stato un porto trasversale dove, finalmente, destra e sinistra, passando anche per Rifondazione comunista, gli ex deputati hanno trovato piena sintonia di pensiero. I nomi? Paniz, come sempre, mantiene il riserbo sui clienti, ma giura che nessun partito si è tirato indietro. Poi si sbottona dicendo che, nella cerchia da lui assistita, ci sono anche ex ministri del governo Prodi. Le liste delle presunte vittime di una rivolta dal basso, sono già state pubblicate, ma Paniz non cede su chi dei 1300 abbia scelto il suo studio per difendere soldi e onore.
Cinquecento ricorsi non sono noccioline, tanto da aver assorbito l'intera estate dell'avvocato bellunese, volto ormai noto non solo per la sua professionalità salita alle stelle con il caso Unabomber, ma anche per essere spesso ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche dove, a testa alta, ha sempre difeso anche principi impopolari. E questo lo è di sicuro. Dice di amare le sfide.
«Mi sento onorato - prosegue - di aver ricevuto la fiducia di così tanti esponenti politici, anche di primissimo livello. Questa per me è una grande soddisfazione».
Paniz è certo che anche questa battaglia sarà vinta, come quella contro l'abolizione degli Ordini professionali di cui anch'egli fa parte come avvocato. Sarà una smacco alla demagogia di chi, secondo Paniz, vorrebbe far tornare la politica solo in mano agli abbienti. Insomma, non teme di remare contro corrente, perché il suo ragionamento parte dalla difesa di molteplici diritti, in primis quello della non retroattività di leggi che danneggiano i cittadini, e ancor di più, spiega, per evitare che la politica torni ad essere un fatto di censo. Il vitalizio altro non sarebbe che un caposaldo di partecipazione e democrazia.
I ricorsi sono già stati depositati al Consiglio di giurisdizione della Camera e per 30 di essi è già stata chiesta la sospensiva, «perché qui - conclude Paniz - c'è gente che soffre davvero».
Lauredana Marsiglia
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