L'onore alla terra dell'Altopiano di Asiago, che durante il primo conflitto mondiale

Mercoledì 25 Maggio 2016
L'onore alla terra dell'Altopiano di Asiago, che durante il primo conflitto mondiale ha dato un tributo spaventoso di vite umane e che vide distrutte il 95% delle case. Ma anche la consapevolezza che è stata la pace e non la guerra ad assicurare stabilità, progresso e a permettere le grandi conquiste civili ed economiche di questi 70 anni. Parole forti quelle dette dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per il centenario della Grande Guerra, nella centralissima piazza Carli ad Asiago, davanti ad una folla di 6-7 mila persone, che ha interrotto il suo intervento con ripetuti applausi.
«Sono state le intese, le alleanze non aggressive, le unioni sovranazionali - le parole del Capo dello Stato - e non le chiusure e le barriere a garantire al nostro paese e agli altri la libertà e il benessere. Raccogliere quel sogno, quel grido silenzioso per un futuro di pace, benessere e diritti che ci arriva con forza le nuove generazioni, è oggi il miglior modo per rendere onore a chi è caduto per la sua patria, e per rispettare tanto sangue versato». «Bisogna raccogliere quel sogno - ha poi detto Mattarella - e oggi sono qui per questo, con i rappresentanti del Governo, del Parlamento, della Regione Veneto e i sindaci di questa terra, affinché la tragedia di una guerra fratricida non abbia mai più a ripetersi».
Una visita breve, durata tre ore e mezza, ma intensa, con la visita di luoghi che hanno segnato la storia non solo bellica, quella del Capo dello Stato, il terzo nella storia sull'Altopiano dei Sette Comuni: la precedente risaliva al 1993 quando Oscar Luigi Scalfaro arrivò in quota per un raduno nazionale dell'Associazione Combattenti e Reduci, mentre il primo in assoluto era invece stato, nella prima metà degli Anni Settanta, Giovanni Leone. Per Mattarella si è trattato invece della seconda presenza ufficiale nel Vicentino in meno di un anno: il 16 giugno 2015, in quella che rappresentò in assoluto la prima visita nel Nordest dopo la sua elezione, presenziò a Vicenza alla commemorazione per il Centenario dalla nascita della statista Mariano Rumor.
In un'Asiago blindata e imbandierata, con alpini delle varie sezioni giunti da ogni parte d'Italia, la prima tappa del Presidente, accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti e dal Governatore Luca Zaia, è stato il Sacrario militare del Leiten, che custodisce 55mila mila resti di soldati, italiani e austroungarici, dove ha deposto una corona d'alloro nella tomba posta nella sommità del monumento. Prima del trasferimento nel cuore di Asiago, in Municipio (per un consiglio comunale straordinario) e poi in piazza per quello che ha rappresentato l'unico momento pubblico, non è mancato un saluto ai bambini delle scuole elementari, che l'hanno chiamato "nonno Sergio".
Infine il ritorno all'aeroporto "Sartori" dove alle 10 era giunto a bordo di un aereo Falcon dell'Aereonautica militare giunto direttamente da Roma Ciampino, preceduto pochi minuti prima dalla Pinotti, giunta invece in elicottero. Una volta tornato nello scalo altopianese (l'unico in Italia e tra i pochi in Europa posto ad oltre 1000 metri d'altezza) Mattarella è salito in un elicottero dell'Esercito che l'ha condotto fino alla cima del Monte Lozze, a quasi duemila metri di quota, in mezzo alla neve (la sera precedente ne erano caduti 20 centimetri): qui ha reso omaggio con una corona di fiori ai caduti di questo caposaldo e ai 28mila morti dell'Ortigara, che lo stesso Mattarella, parlando sul palco, ha definito il "calvario degli alpini".
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