L'ODISSEA
Vinse l'appalto per i parcheggi a pagamento del Comune e da quel momento

Lunedì 21 Maggio 2018
L'ODISSEA
Vinse l'appalto per i parcheggi a pagamento del Comune e da quel momento è iniziato per lui un calvario. È una storia lunga 30 anni quella che racconta Aldo Coronati, 72 anni, fondatore della Secur di via Medaglie d'Oro, oggi Secur Impianti gestita dai figli. L'azienda di impianti antintrusione e telecamere nel 1989 si occupava anche d'altro e per questo partecipò alla prima gara d'appalto per la gestione triennale della sosta blu. L'incarico venne però revocato dopo solo un anno e affidato al gruppo Iri Italstat-Italimpa. Da allora Coronati ha iniziato la sua battaglia, passata per sentenze fino in Cassazione e cause durate anni. Il Comune infatti ha ancora in cassa 10mila euro che lui versò, ma che risultarono eccedenti rispetto al debito. Sono soldi suoi. Da allora sta cercando di riaverli, ma non ci è mai riuscito. «Non è per i 10mila euro - spiega Coronati - visto che con quel denaro non divento né più ricco né più povero, ma ora è una questione di principio».
LA GIUSTIZIA
Non c'è stata per la Secur, tanto che Coronati si è appellato all'associazione vittime di malagiustizia e vuole portare a conoscenza quanto subìto anche al Consiglio superiore della magistratura. L'imprenditore nel 1990, quando venne estromesso dalla gestione parcheggi, ricorse al Tribunale di Belluno chiedendo che venisse condannato il Comune. Per un paradosso la sentenza del 1991 condannò lui a pagare 218milioni al Comune. Poi la beffa: per ritirare la sentenza e le motivazioni dovette pagare 7milioni di lire. Ma, almeno questi, vennero restituiti dall'Agenzia delle Entrate dopo il suo ricorso. Sì perché in Appello, alcuni anni dopo, la cifra cambia: diventa 29 milioni di lire. Il Comune, che ormai se l'è legata al dito procede anche al pignoramento dell'immobile di via Medaglie d'Oro. Alla fine Coronati paga e con tanto di Iva sull'Iva che aveva in realtà già versato sugli incassi: versa 42mila euro circa al posto di 30mila.
L'INGHIPPO
Ma quell'Iva, come aveva sempre sostenuto lui, non era dovuta. Alla fine lo ammette anche il Comune, che però non restituisce i 10mila euro che ha preso ingiustamente. Propone a Coronati un accordo: 5mila euro e la finiamo qui e non ci saranno più preclusioni per eventuali lavori con l'ente pubblico. Sì perché in tutti questi 30 anni in cui il Comune ha dotato di telecamere allarmi la città non ha mai dato un lavoro alla ditta bellunese. Mai nemmeno invitata alle gare: sulla Secur c'era una croce sopra. Ma Coronati, che l'ingiustizia non la tollera, non ha accettato i 5mila euro e ha intrapreso un'altra causa. Questa volta però non c'erano i termini e il giudice respinge il ricorso perché tardivo. Non entra nel merito. E al Comune non sembra vero: fa orecchie da mercante e si comporta come un privato qualsiasi. I soldi non dovuti li ha ormai incamerati e non li torna più.
LA BATTAGLIA
Aldo Coronati li ha chiesti in tutti i modi, a tutte le amministrazioni quei 10mila euro. Continua a farlo ancora ora e non si darà per vinto. «In data 30 luglio 2014 - spiega - ho scritto al sindaco chiedendo un incontro prima che questa incredibile vicenda mi costringa a vergognarmi pubblicamente di essere cittadino del Comune di Belluno. Malgrado i solleciti sto ancora aspettando».
Olivia Bonetti
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