L'INTERVISTA
BELLUNO «Il mio impegno è fare quello che servirà

Martedì 21 Novembre 2017
L'INTERVISTA BELLUNO «Il mio impegno è fare quello che servirà
L'INTERVISTA
BELLUNO «Il mio impegno è fare quello che servirà per questa provincia». Così si è presentato, ieri mattina, alla stampa, nel suo ufficio in questure il nuovo questore di Belluno, Lucio Aprile, alla presenza del suo personale dirigente. Cinquantasette anni di Posillipo, Napoli, arriva letteralmente dal mare alle Dolomiti, anche perché fino a ieri era a Genova, come dirigente dal Compartimento di polizia Stradale. È pronto a mettersi a disposizione della provincia e lo ha ribadito nell'incontro di ieri in cui ha ringraziato la stampa per l'importante ruolo che ha. Intanto a poche ore dal suo insediamento l'ufficio al secondo piano di via Volontari della Libertà, 13, ha già la sua impronta, la sua personalità: spiccano i riconoscimenti della lunga carriera, auto soprammobili, quadri. Non siede alla scrivania, ma esce di fronte a tutti, a dimostrare la sua vicinanza. Poliziotto di grande esperienza, arrivato praticamente ieri si è comunque subito messo al lavoro.
Quale sarà la prima cosa di cui si occuperà?
«Le presenze per la stagione invernale nelle località dove arriveranno i poliziotti del soccorso piste dell'esterno. In 5 località, oltre a Cortina, sarà presente personale specializzato che sarà dislocato in vari uffici, da San Vito, Arabba, Palafavera, Sappada, Lagazuoi e Falcade. Per il resto è ancora troppo presto per dire cosa intendo fare visto che devo prima cercare di comprendere il posto, conoscere la zona e capire di cosa c'è bisogno. Perché ogni posto ha esigenze diverse: il mio impegno è comunque fare quello che servirà a questa provincia».
Conosceva già Belluno e le Dolomiti?
«In realtà no, andavo a sciare a Vigo di Fassa, lo confesso. Ma ho accolto con grandissima soddisfazione la notizia della mia destinazione qui, in questa splendida provincia. La mia aspirazione principale era quella di fare il Questore e sono contento di farlo proprio qui. Un luogo in cui non si lavora in continua emergenza, ma dove si può operare serenamente».
È arrivato stamattina?
«Fino a ieri ero dirigente dal Compartimento della stradale a Genova, stamane ho incontrato il Prefetto a Belluno. Nei prossimi giorni proseguirò nelle presentazioni: incontrerò il procuratore, presidente del Tribunale e il sindaco. Inoltre conto di andare quanto prima a Cortina, per il saluto ufficiale in Commissariato».
Inizia in piena emergenza furti.
«Come dicevo ogni posto ha esigenze diverse. Episodi che altrove sono in percentuale anche maggiore, ma che non rappresentano un'emergenza, in altri luoghi possono avere un peso diverso. Ed è giusto così».
L'altra emergenza è il personale, che ha incontrato oggi. Come risolvere il problema?
«I problemi che affliggono Belluno sono gli stessi di tutto il territorio. La mancanza di immissione in servizio di nuove forze con un'età media della polizia in aumento, con agenti di 50 anni e più impegnati in servizi operativi, non è una novità. E la carenza di organico riguarda anche Belluno. Il corso previsto a marzo dell'anno prossimo ci permetterà di avere forze nuove per ripianare gli organici».
Quale è stato il percorso in polizia che lo ha condotto qui, questore a Belluno?
«Proprio qualche giorno fa ho tagliato il traguardo di 30 anni di amministrazione di polizia di Stato. Dopo la laurea in giurisprudenza infatti, nel 1987, ho vinto concorso di vicecommissario di polizia di Stato e da lì ho girato più città e più sedi. Quattro anni nella squadra Mobile di Alessandria, poi 10 anni come dirigente della squadra Mobile a Novara. Poi il commissariato di Vigevano per 2 anni e la promozione a dirigente e nel 2017 quella a dirigente superiore. Infine sette mesi, molto intensi a Genova ed ora eccomi qui».
Quali le operazioni più significative?
«Nel 2003 alla Mobile di Novara l'operazione San Pietro con cui si stroncò un traffico europeo di veicoli rubati. Meritò il primo premio di polizia transnazionale che ci venne consegnato a Praga. Ma non posso non citare anche i semplici servizi di ordine pubblico tra Ravenna, Imperia dove il personale è impegnato nella gestione dei flussi migratori».
La sua fama l'ha preceduta e il suo predecessore ha parlato di lei e del suo humor.
«Il questore Michele Morelli è stato mio compagno di corso, siamo grandi amici e colleghi. Ci siamo sentiti subito dopo la notizia della mia destinazione a Belluno. Posso solo dire che sono contento di venire dopo di lui».
Olivia Bonetti
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