L'attrazione fatale finisce: ora la donna è alla sbarra

Venerdì 14 Dicembre 2018
IN AULA
BELLUNO Attrazione fatale. Potrebbe essere il titolo del processo che si è aperto ieri mattina a carico di Vasylyna Vavrychyn, 55enne ucraina che è accusata di stalking per fatti che si sono svolti dal settembre del 2016 al 10 febbraio 2018. Fu quel giorno, dopo l'ennesimo tentativo di riavvicinarsi all'uomo sposato di cui si era innamorata, che gli agenti l'arrestarono e finì in carcere a Venezia. La donna, che è un'operatrice socio sanitaria, si era fatta trovare di fronte a casa dell'ex amante, ma su di lei pendeva un ammonimento del questore per fatti analoghi e così finì in manette.
Ora la vicenda verrà ricostruita nel processo che si è aperto ieri mattina in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Angela Feletto, con il pm Sandra Rossi. L'imputata è difesa dall'avvocato Erminio Mazzucco. La vittima dei presunti atti persecutori non è costituito parte civile.
«Bastardo te e tua moglie, te la faccio pagare, aprimi subito o sono guai: muoviti sennò spacco tutto». Erano di questo tenore, secondo il quadro ricostruito dalla Procura, le frasi che la donna avrebbe rivolto al suo ex amante, un professionista bellunese. Dopo una breve relazione sentimentale con l'uomo sposato, lei non si sarebbe data per vinta quando lui le disse che era finita. E sarebbe andata avanti a tormentarlo contattandolo telefonicamente in modo assillante al fisso e al cellulare. Poi la tempesta di messaggi Whatsapp e lettere. E ancora: pedinamenti, umiliazioni in pubblico in cui avrebbe addirittura tentato di schiaffeggiarlo. Scenate sul luogo del lavoro dell'uomo. Avrebbe poi intercettato la moglie del suo ex amante aggredendola verbalmente. Il professionista non è parte civile nel processo, ma sarà chiamato a testimoniare. La donna è ancora sottoposta al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa.
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