Integrazione e sogno europeo: i giovani bellunesi vincono la sfida

Martedì 13 Febbraio 2018
IL BILANCIO
BELLUNO Un piccolo esercito, in marcia verso l'estero. A diffondere amicizia e fratellanza. Perché è questo il senso dei due programmi di ispirazione europeista fatti propri dal Centro Studi di Belluno attraverso i progetti Erasmus+ ed Europe for citizens. Lo scorso anno sono stati 261 i giovani, soprattutto bellunesi ma provenienti anche dalle province vicine, che hanno svolto le esperienze di scambio europeo grazie ai due programmi. Perchè a questi ragazzi piace viaggiare, ospitare e confrontarsi sui temi della coesione, della giustizia, della cura, dell'integrazione e della comprensione della diversità.
I NUMERI
I dati raccolti nel 2017 dal Centro studi parlano di ragazzi dinamici, con voglia di muoversi e di mettersi in gioco anche all'estero. Sono stati inviati all'estero 118 giovani, di cui 68 per partecipare a scambi giovanili, 40 per partecipare a corsi di formazione e 10 per partecipare a progetti di Servizio volontario europeo (ex SVE). Il tutto in qualità di organizzazione di invio nell'ambito dell'Erasmus+. Le persone ospitate a Belluno e Mezzano (in provincia di Trento) sono state 59. Ad Europa per i cittadini il Centro studi ha contribuito inviando all'estero 42 ragazzi dell'istituto Catullo per svolgere una parte del percorso di alternanza scuola-lavoro, portato a termine all'estero da 27 studenti, e ospitando in Italia altrettanti giovani.
IL SUPPORTO
Il lavoro svolto da Laura De Riz, esperta di progettazione europea, con il supporto del formatore Stefano Dal Farra e della civilina Julia Veizi, è riassunto dunque nei numeri che raccontano l'andamento degli scambi europei bellunesi. «Il 2017 è stato un anno ricco di opportunità che i giovani bellunesi hanno saputo cogliere: chi è partito, oltre all'indubbio bagaglio di esperienza e di conoscenze, ha stretto legami con amici da differenti parti d'Europa, ha imparato a conoscerne le diverse culture e sviluppato competenze trasversali utili anche per un inserimento nel mercato del lavoro», sottolinea De Riz, «ha inoltre imparato a relazionarsi con giovani provenienti da Paesi Euromed, con disabilità motoria e sensoriale, nonché con giovani richiedenti asilo. In questo senso i due programmi possono essere considerati una palestra di cittadinanza europea praticata: una straordinaria opportunità di crescita e di arricchimento sia a livello personale che di sistema, in grado produrre anticorpi contro il rifiuto di ogni forma di diversità, contro i muri e le divisioni che stanno attraversando il nostro continente».
LA SCOMMESSA
«Questi numeri testimoniano l'impegno del nostro Csv a favore delle progettualità che consentono ai giovani di fare una esperienza di volontariato all'estero», sottolinea il direttore del Csv Nevio Meneguz, «questa è una delle aree su cui abbiamo molto investito e da cui stiamo raccogliendo molto. Quello che però più ci interessa è consentire ai nostri giovani di acquisire competenze importanti per il loro futuro, auspicando che il loro capitale umano venga investito e riversato sul nostro stesso territorio. La scommessa è di quelle che vanno giocate». «Le cinque parole per affrontare le sfide del 2018 - secondo il presidente di CSVnet Stefano Tabò - sono coraggio, trasparenza, continuità, partecipazione e relazione». «Parole valide anche per i giovani che puntano tanto sulla concretezza e di cui il mondo del volontariato ha bisogno non solo come nuove leve, ma per rinnovare anche la classe dirigente del volontariato», conferma il presidente Giorgio Zampieri, che sottolinea come questo aspetto «interessa anche ai Csv in questa fase di riorganizzazione che stiamo vivendo, ma anche all'associazionismo e al Comitato d'Intesa, prossimo al rinnovo delle organismi sociali. È l'augurio che grazie alle esperienze maturate si veda la loro presenza attiva».
A. Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci