IL VERTICE
BELLUNO Corsi di formazione per pastori e il ritorno a vivere il territorio

Sabato 13 Gennaio 2018
IL VERTICE
BELLUNO Corsi di formazione per pastori e il ritorno a vivere il territorio come un tempo. Il lupo può diventare una risorsa. Circa 140 capi uccisi in provincia, per un risarcimento complessivo di 20-30 mila euro: il saldo dei danni causati dal grande carnivoro sul territorio nell'ultimo anno non è confortante, ma da qui il Bellunese può solo risalire la china. È emerso un messaggio positivo, insomma, dal vertice sui lupi di ieri pomeriggio a Palazzo Rosso. Attorno al tavolo il sindaco Jacopo Massaro, l'assessore all'ambiente Stefania Ganz, allevatori, Cia, Confagricoltura e Coldiretti, la referente regionale del progetto Wolf Alps Sonia Calderola, il comandante della polizia provinciale Oscar Da Rold, il dirigente del settore caccia e pesca di Palazzo Piloni Loris Pasa, Andrea Gaggioli responsabile settore risarcimenti e altri.
L'INFORMAZIONE
Quasi quattro ore di confronto serrato hanno messo sul piatto problemi e possibili soluzioni. Da qui ora si partirà. Fatto il punto sulla situazione, ascoltati gli allevatori a cui nel corso dell'anno sono stati uccisi capi, si è cercato di tirare qualche conclusione. Le parole d'ordine, d'ora in avanti, saranno formare e informare. Informare i cittadini sarà il primo step. Perché attorno al selvatico ci sono leggende, pregiudizi, paure. Tante paure, troppe. «Organizzeremo una serie di incontri sul territorio anticipa l'assessore Ganz -, e in questo momento siamo nella fase di contatto con i possibili relatori; la dottoressa Calderola si è resa disponibile per essere presente alle serate sia organizzate dalle istituzioni che da gruppi di cittadini. È importante rassicurare chi ora ha il timopre di passeggiare per i boschi o a portare a spasso il proprio cane». E poi il capitolo della formazione.
LA CONOSCENZA
Qui il discorso si fa ampio. Parla di un territorio da vivere come un tempo, di cui prendersi cura, da conoscere in tutti i suoi aspetti. Gli allevatori, questo è certo, non potranno più lasciare liberi al pascolo gli animali, la presenza costante del lupo richiede d'ora in avanti una sorveglianza continua. Quindi ci sarà bisogno di pastori. Mestiere antico, abbandonato e per lo più praticato a persone dell'Est Europa dove la tradizione di vigilare sul pascolo è ancora viva, oggi del pastore c'è davvero bisogno. «Staremmo quasi pensando a corsi di formazione per pastori annuncia Stefania Ganz -, per stimolare a intraprendere questa strada. In questo modo la presenza del lupo da problema diventa occasione e motivo di stimolo per tutta la comunità, per tornare a vivere appieno il territorio».
IL PRESIDIO
«Il Comune ha un enorme interesse affinché queste persone continuino il loro lavoro le parole del sindaco, Jacopo Massaro -. Pastori e allevatori sono l'unico presidio in posti remoti, assicurano la manutenzione del territorio e le loro produzioni sono parte essenziale di una filiera di cui giova anche il turismo». Per gli allevatori, appurato il fallimento delle recinzioni elettrificate, si penserà ad una combinazione di più strumenti. Recinti più alti, cani da guardiania, disturbi sonori e luminosi saranno, da qui in avanti, il pacchetto necessario per ogni proprietario di animali. «La polizia provinciale continua a trovare carcasse di selvatici nei boschi, questo significa che i lupi si stanno nutrendo anche di questa fauna aggiunge Ganz -, il problema è che si spingono anche a valle, dove trovano cibo facile. Tuttavia non provocano solo danni, sono bestie essenziali per regolare la popolazione di ungulati. Si tratta solo di imparare a conviverci».
Alessia Trentin
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