IL REPORT
BELLUNO Crescono i contatti con il Centro anti violenza. Dalle 118

Domenica 17 Febbraio 2019
IL REPORT
BELLUNO Crescono i contatti con il Centro anti violenza. Dalle 118 vittime di abusi rivoltesi a Belluno Donna nel 2017, si è passati nel 2018 a 149. Insomma, una donna nuova ogni due giorni e mezzo ha digitato sul telefonino il numero del Centro o si è recata di persona agli sportelli di ascolto. Dal resoconto dell'attività 2018 diffuso dalla onlus presieduta da Anna Cubattoli, emergono numeri in crescita, ma che non riflettono necessariamente un aumento del fenomeno. L'incremento delle richieste di aiuto, infatti, è probabilmente causato da una maggior conoscenza, oggi rispetto al passato, dell'attività di Belluno Donna e una maggior consapevolezze da parte delle vittime di cosa fare e a chi rivolgersi per uscire dal tunnel.
I NUMERI
Dal primo dicembre 2004 al 31 dicembre 2018 si sono rivolte al Centro 933 donne vittime di violenza. Il numero è cresciuto via via negli anni, passando dalle 4 del 2004 alle 71 del 2009, le 102 del 2016, le 118 del 2017 e fino ad arrivare alle 149 richieste dello scorso anno. Non sempre è la vittima ad avere il primo contatto con l'associazione, a chiamare spesso sono familiari, amici o professionisti della rete territoriale dei servizi sociali e sanitari. La maggior conoscenza del servizio è stata assicurata dai media: 124 donne dichiarano infatti di aver conosciuto il Centro grazie a giornali, radio, tv e internet; 101 perché informate dalla polizia e 76 dal medico di base.
STRANIERO IL 25%
Tra le richieste di aiuto, molte arrivano da donne straniere. Negli anni, dal 2004, le donne straniere rivoltesi a Belluno Donna sono state 214, il 25% del totale, per lo più provenienti da Marocco, Argentina, Romania, America Latina, Ucraina, Africa, Inghilterra, Svizzera, Cina, Bosnia, Macedonia. La restante parte, 657 ovvero il 75%, sono italiane. Il 94% è residente in provincia. In particolare, 377 sono arrivate dai territori di Ponte nelle AlpiBelluno, 164 dal Feltrino, 89 dalla Valbelluna, 72 dal Cadore, 41 dall'Agordino, 31 da Longarone-Zoldo e 31 anche dall'Alpago e 21 dal Comelico. Il 29% di chi ha subito violenza ha un'età compresa tra 40-49 anni, il 24% tra 30-39. Si subisce violenza, però, anche in giovane età, in 15 anni il Centro ha accolto 108 ragazze tra 18-29 anni. La maggioranza sono coniugate e il 62% ha figli. Nel 60% dei casi la donna lavora, nel 21% è disoccupata, nel 6% casalinga e nel 3% studentessa. Negli anni 45 donne hanno dichiarato alle operatrici del Centro di cercare lavoro proprio a causa della violenza subita.
GLI AGUZZINI
La violenza di genere si consuma per lo più tra le mura domestiche. Nella maggior parte dei casi, il 60%, botte, insulti e abusi sessuali arrivano dal partner, ma si subisce violenza anche dall'ex, 16% delle donne, e da persone della sfera famigliare, 19%. Nel 5% il parente è il padre o il patrigno, per il 7% delle vittime è un altro famigliare. L'aguzzino è italiano, su 550 casi su 633. La violenza subita è spesse volte reiterata, viene imposta anche a donne gravide ed è psicologica, fisica, sessuale, economica e si configura anche come stalking.
L'ATTIVITÀ
In 15 anni di lavoro il Centro ha effettuato 5.272 interventi, di cui 4370 colloqui effettuati in sede, al telefono o di consulenza legale. I contatti con terzi come servizi sociali, forze dell'ordine, agenzie interinali, centri per l'impiego, medici di medicina generale e scuole sono stati 900 e per molte donne sono stati attivati anche aiuti come fornitura di cibo attraverso il Banco alimentare e di farmaci, donazione di vestiti, giocattoli e arredi.
Alessia Trentin
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