IL PROGETTO
LONGARONE La sicurezza sale in sella. E scatta sui pedali, lungo

Martedì 20 Marzo 2018
IL PROGETTO LONGARONE La sicurezza sale in sella. E scatta sui pedali, lungo
IL PROGETTO
LONGARONE La sicurezza sale in sella. E scatta sui pedali, lungo i sentieri del Nevegal. È ufficialmente decollato, infatti, il progetto GoodRide - Nuovi concetti di sicurezza nei mountain bike park: un volano per il turismo sportivo sostenibile: gli attori protagonisti? In primis, l'Università di Salisburgo, che traccia la rotta insieme a due partner d'eccezione come l'Università di Padova e DolomitiCert. Nell'intento di tutelare gli appassionati delle ruote che, sempre più frequentemente, raggiungono il territorio bellunese per scatenarsi sulle loro bici, è partito uno specifico studio. In questo senso, verranno messi a punto una serie di dispositivi di protezione, rivolti ai ciclisti. Ma la teoria non basta se si intende abbassare in maniera drastica il livello di rischio: sono necessari dei test mirati e concreti. Test che avranno come teatro i tracciati del Nevegal (oltre a un parco in Austria).
L'ELABORAZIONE
Sul tema, è andato in scena il primo meeting a Salisburgo, mentre i partner si sono riuniti al Centro sportivo dell'ateneo di Padova: via libera, quindi, alle attività operative dello studio, destinato a proseguire fino al 2020. Fari puntati soprattutto sul downhill: la disciplina che si sviluppa su discese piuttosto ripide e caratterizzate da ostacoli naturali, salti, gradoni, rocce e radici. «Per incrementare la sicurezza nel downhill - ha affermato Florian Rieder del dipartimento per le Scienze sportive e motorie - studieremo alcuni casi pilota in Austria e in Italia. Produrremo poi dei questionari e realizzeremo diverse prove e misurazioni sulle piste già esistenti. Elaborando i dati raccolti, verranno quindi stilate le linee guida per realizzare i tratti e i salti più sicuri, magari provando anche a realizzare un salto ideale dimostrativo».
IL PROTOTIPO
L'Università degli studi di Padova, dal canto suo, metterà a disposizione uno strumento molto particolare: «Utilizzeremo una bicicletta appositamente strumentata e sensorizzata in tutti gli elementi di sicurezza - anticipa Nicola Petrone, del dipartimento di Ingegneria industriale - come il manubrio, il telaio e il focellone. E misureremo i carichi sulle mani o sui piedi dell'atleta. Questo ci permetterà di valutare i carichi massimi e le caratteristiche di rischio, collegate a un certo tipo di salto. Poi compareremo i salti progettati e costruiti in maniera diversa. Infine, intendiamo utilizzare un manichino strumentato per i crash-test, come quelli nelle prove delle automobili: lo scopo? È di valutare le estreme conseguenze a cui può portare un'errata manovra o una caduta da un salto». Nulla, insomma, verrà lasciato al caso: dalle menti dell'istituto di Longarone ai tracciati del Nevegal, il progetto pensato per i biker e finalizzato a sgretolare i margini di pericolosità ha una forte e marcata impronta bellunese.
Marco D'Incà
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