IL PROCESSO
BELLUNO «Un anno di reclusione». È la richiesta pronunciata

Mercoledì 13 Giugno 2018
IL PROCESSO
BELLUNO «Un anno di reclusione». È la richiesta pronunciata ieri, in Tribunale a Belluno, dal pm Marco Faion al termine del processo che vede alla sbarra Gianfranco Buonanno, friulano originario di San Giovanni al Natisone, che lavora per una ditta di Latisana. L'imputato è accusato di truffa, ma anche di esercizio abusivo di una professione e falsità ideologica per i certificati rilasciati agli allievi. Il caso risale al 2009 quando Buonanno, consulente alimentare, biologo e agronomo, fece dei corsi per personale che doveva manipolare degli alimenti. Erano 112 i partecipanti che hanno studiato per ottenere il certificato relativo a quella branca specifica dei corsi haccp. Si trattava di lezioni che, in sintesi, andavano a sostituire l'ottenimento di quello che un tempo era la tessera sanitaria. L'attestato finale per la manipolazione degli alimenti solitamente è valido a tutti gli effetti di legge. Ma quel certificato ottenuto dopo le lezioni di Buonanno non sarebbe valido.
Nel processo erano 112 le parti offese, ma solo una si è costituita parte civile: il panificio Fant Victor di Mas di Sedico, assistito dall'avvocato Massimo Montino (studio Prade). Ieri ha chiesto un risarcimento danni di 5mila euro.
Buonanno era presente in aula, come ad ogni udienza, difeso dal suo avvocato di fiducia Giorgio Gasperin che ha chiesto l'assoluzione. La difesa ha sempre sostenuto che l'imputato aveva tutti i titoli per tenere quei corsi certificati per la manipolazione degli alimenti, che vengono organizzati da Appia. E il nome di Buonanno è legato all'Appia anche per un altro processo: era il grande accusatore di Maurizio Ranon, che finì alla sbarra per concussione e poi venne assolto con formula piena.
«La mia laurea in scienze agrarie - aveva spiegato nel processo l'imputato - in Italia non era riconosciuta idonea per questi corsi solo in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Mentre in quest'ultima regione la situazione è rientrata ben presto, a Venezia c'è voluto più tempo. A Belluno, in particolare, mi venivano messi i bastoni tra le ruote. Paradossalmente, però, l'ex Usl 2 di Feltre mi autorizzava i corsi mentre l'ex Usl 1 no».
La sentenza si conoscerà martedì prossimo: il processo ieri infatti è stato rinviato per le eventuali repliche. In ogni caso gran parte delle accuse sono in via di prescrizione.
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