IL PROCESSO
BELLUNO Avrebbe trascinato con forza il piccolo alunno disabile

Martedì 10 Ottobre 2017
IL PROCESSO
BELLUNO Avrebbe trascinato con forza il piccolo alunno disabile prendendolo per il capo e stringedogli con forza le orecchie e, alla fine, bloccandolo a terra. Una scena, avvenuta all'uscita di scuola nell'atrio dell'istituto, ma che, per caso, sarebbe stata vista da un poliziotto che denunciò il fatto. La vicenda verrà ricostruita in aula in Tribunale a Belluno nel processo che entrerà nel vivo il mese prossimo. Ieri mattina il caso è approdato di fronte al giudice Angela Feletto, con il pm Sandra Rossi. La maestra elementare bellunese, O.G., 67 anni, deve rispondere di lesioni aggravate al piccolo alunno e abuso di mezzi di correzione. È difesa dagli avvocati Mauro Gasperin e Monica Barzon. Ieri in aula la parte offesa era rappresentata dall'avvocato Giuseppe Triolo, che ha formalizzato al costituzione di parte civile per la mamma del minore, che vuole vedere risarciti i danni patiti.
I fatti contestati sono avvenuti il 5 febbraio 2016 in una scuola elementare di un quartiere di Belluno (che non viene indicato con precisione al fine di tutelare l'identità della vittima ndr). Secondo l'accusa rivolta alla maestra elementare dalla Procura, l'insegnante, si sarebbe parata davanti all'alunno di soli 10 anni, affetto da gravi psicopatologie e portatore di handicap. Poi esasperata dalla condotta provocatoria del bimbo disabile avrebbe abusato di mezzi di correzione e disciplina trascinandolo con forza e prendendolo per le orecchie. Il tutto al fine di costringerlo a mettere a posto i mezzi sportivi che il piccolo alunno aveva seminato in palestra. Il confronto-colluttazione maestra-alunno sarebbe poi finito a terra. L'insegnante, sempre secondo le accuse della Procura, poi si sarebbe posta sopra il bambino immobilizzandolo a terra, strattonandolo e colpendolo allo sterno e al volto per punirlo. In questo modo gli avrebbe causato le lesioni guaribili in 15 giorni, per un trauma contusivo all'orecchio, ecchimosi e graffi.
Ieri mattina, oltre alla costituzione di parte civile, sono stati ammessi testi e prove. Liste lunghissime per entrambe le parti: l'accusa porterà il poliziotto che vide la scena, le insegnanti presenti al momento del fatto e la mamma del bimbo picchiato. La difesa invece, che sostiene che la maestra avrebbe agito per la sicurezza dell'alunno che in quel momento voleva scappare, porterà insegnanti, colleghe, dirigenti e genitori.
Tutto si era svolto al momento dell'uscita da scuola e punto fondamentale del processo sarà proprio capire se il testimone che ha raccontato la scena, dal punto in cui era, poteva effettivamente vedere quanto stava accadendo all'interno nell'atrio della scuola.
Olivia Bonetti

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