Il ponte a 3 vie divide la città

Mercoledì 21 Marzo 2018
Il ponte a 3 vie divide la città
L'INCONTRO
BELLUNO Un grande ponte pedonale da 1 milione 300mila euro potrebbe rivitalizzare via Mezzaterra e portare turisti sul Piave. Ma ai bellunesi non piace molto. Ha trovato tiepida accoglienza la grande passerella sul fiume inserita dai professionisti dello studio Rpt Archipiù2 nel progetto della ciclovia, parte del Piano di rigenerazione e finanziato dal Governo. L'intento è di ampie vedute e va al di là della semplice via ciclabile con cui accedere a Lambioi senza attraversare le strade, pensando ad un passaggio a y capace di coinvolgere Piave, Ardo e risalire di rimbalzo su fino a via Mezzaterra per riportarla agli antichi splendori e renderla nuovamente arteria principale di collegamento tra centro storico e parte sud della città. Un'idea funzionale, da città alpina moderna. «Si tratta di una struttura lunga 170 metri e larga 2,50, realizzata in acciaio e calcestruzzo ha spiegato ieri l'architetto Mauro Sarti al pubblico, numeroso, presente in sala Bianchi -, metallico e leggero. Secondo la nostra visione dovrebbe diventare un elemento importante della rigenerazione cittadina e segnare un diverso atteggiamento rispetto al caseggiato Ater, al capannone dall'altro lato della fiume e alla zona in generale».
LE PERPLESSITÀ
Ma in tanti, ieri sera, hanno detto no. O quanto meno hanno dichiarato le loro perplessità rispetto all'opera. Secondo Antonio Giacomin sarebbe troppo impattante e le parti in calcestruzzo rischierebbero di diventare facili bersagli dei writers, con risvolti di degrado. Un membro del gruppo Amici della Bicicletta ha suggerito di dirottare le risorse richieste dalla passerella per investirle piuttosto nella messa in sicurezza dell'argine nella zona a nord, tra Quartier Cadore e Nogarè, sostituendo la ciclabile moderna e rialzata in metallo con una più economica sistemazione della sentieristica esistente lungo l'Ardo. A detta di qualcuno una simile struttura non potrebbe che diventare un punto dì orgoglio per la città, ma secondo altri Belluno ha bisogno di altro. «La messa in sicurezza di tutto il tratto, da zona dell'immobile De Pasqual a Nogarè, necessità di risorse talmente importanti che non sono nella disponibilità del piano ha risposto a tutti l'assessore alla rigenerazione urbana Franco Frison -, nemmeno se investissimo in quello tutti i 3 milioni previsti per questo progetto. La scelta è capire se il ponte a tre vie possa essere un elemento generatore di una trasformazione futura dell'area o se le risorse le mettiamo nella parte a monte, tenendo conto di come non sarebbero sufficienti per una messa in sicurezza definitiva». Ma il grande studio sul Piave non è solo il ponte. Nei disegni dei progettisti c'è anche un sottopasso di collegamento tra il parco Emilio e il parco di Lambioi, un doppio sentiero che da Lambioi sale a Villa Maraga e da lì in via Feltre e l'allargamento dell'area camper.
Alessia Trentin
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