IL CASO
BELLUNO Uno scontro tra ex che per l'ennesima volta vede al centro della

Mercoledì 24 Ottobre 2018
IL CASO
BELLUNO Uno scontro tra ex che per l'ennesima volta vede al centro della controversia la gestione dei figli, minori, è arrivato in tribunale. Sotto accusa è finito un bellunese di 36 anni, accusato dall'ex compagna di averla perseguitata, raggiungendola anche nei bar con la pretesa, a suo avviso infondata, di vedere i figli. Da qui la denuncia per il reato di stalking.
Il procedimento si è aperto ieri con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare, Elisabetta Scolozzi. L'uomo, difeso dall'avvocato Martino Foglianto, tuttavia nega la pesante accusa: secondo la sua versione si sarebbe trattato solo di 3-4 episodi, ben pochi per dare una solida base al reato.
Contro l'imputato, che la procura ha voluto processare con rito immediato, il 28 aprile scorso venne emesso anche un provvedimento di divieto di avvicinamento alla donna, ma subito impugnato dal difensore Fogliato, venne revocato dal Tribunale del Riesame, ritenendo inconsistente il quadro probatorio, dando quindi spessore alla tesi difensiva.
Ieri, la donna, assistita dall'avvocato Zornitta, si è costituita parte civile, per chiedere non solo la condanna dell'ex, ma anche un risarcimento economico per il danno patito.
Si tornerà in aula nelle prossime settimane per concludere la camera di consiglio ed emettere il verdetto.
Intanto, anche in tribunale a Belluno, si moltiplicano i casi di denunce per stalking, reato di recente introduzione finalizzato a dare maggiore tutela alle donne. Perché spesso la persecuzione è solo il prodromo di reati più violenti.
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