IL CASO
BELLUNO Un risarcimento simbolico alla donna colpita dall'acido e lo

Sabato 21 Luglio 2018
IL CASO
BELLUNO Un risarcimento simbolico alla donna colpita dall'acido e lo sconto di pena. Se l'è cavata con 3 anni e 2 mesi di reclusione D.S., 60enne di Vallada Agordina, arrestato il 27 marzo scorso dopo aver aggredito una donna in piazza Vittorio Emanuele II, gettandole addosso acido muriatico. Era chiamato a rispondere di 5 capi di imputazione che andavano dalla minaccia aggravata, porto abusivo di armi ed oggetti atti a offendere, violazione alle disposizioni del foglio di via obbligatorio, lesioni e tentate lesioni gravi. Ha scelto la strada dei riti alternativi: lunedì, con il suo avvocato Francesco Rasera Berna, ha definito la sua posizione. Il giudice Elisabetta Scolozzi ha letto la sentenza di patteggiamento, che ha tenuto conto delle attenuanti, come l'avvenuto risarcimento. Ora l'uomo, che la perizia psichica aveva comunque dichiarato capace di affrontare il processo, dovrà affrontare il percorso al Ceis, dove è agli arresti domiciliari. Vi resterà fino a quando avrà scontato la pena residua.
La 48enne colpita con l'acido non era stata scelta a caso. Quella sera, stava camminando per i fatti suoi quando è stata colpita dal getto del liquido finito su volto, mani e altre parti del corpo, fortunatamente coperte dal vestiario. Immediatamente ha cercato di pulirsi sfregandosi sui vestiti, ma il contatto ha generato subito i primi bruciori. Caso ha voluto che in quel momento passasse di lì una pattuglia della Volante, che stava giusto transitando in piazza Vittorio Emanuele II e che l'ha subito soccorsa. L'aggressore è stato subito fermato e trasferito in Psichiatria. Nella ricostruzione dell'accaduto è emerso che D.S. aveva prenotato una stanza all'hotel Astor, prima di cominciare ad aggirarsi per il centro armato di acido muriatico. Avrebbe iniziato con il cospargere prima le vetrine della caffetteria Dersut e della tabaccheria Pilat e poi avrebbe aggredito la donna che riportò lesioni al volto e alle mani. Pochi giorni prima, il 9 marzo, avrebbe aggredito un'altra donna al parcheggio di Lambioi e per questo era scattato il divieto di varcare i confini comunali di Belluno.
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