IL CASO
BELLUNO Aveva tentato di raggirare due automobilisti bellunesi, ma sono

Venerdì 15 Dicembre 2017
IL CASO
BELLUNO Aveva tentato di raggirare due automobilisti bellunesi, ma sono stati più scaltri della sua lunga esperienza nel settore. Con lui anche un complice che però non è mai stato identificato.
A processo è finito Fortunato D'Amico, classe 1934, di Castrovillari (Cosenza), accusato, in concorso con lo sconosciuto, di due tentate truffe commesse in città il 21 settembre del 2015.
Il processo si è aperto ieri in sede di udienza filtro, è stato quindi rinviato ad altra data. La difesa è stata affidata all'avvocato Federica Gallarotti di Belluno.
D'Amico, che nel casellario penale vanta una recidiva reiterata specifica infraquinquennale, segno della lunga attività nel settore, operava con un modo molto semplice, e probabilmente in alcuni casi anche efficace. Individuava un automobilista in manovra, magari per uscire da un parcheggio, e dopo aver tirato un oggetto, pare un sasso, per ammaccare il veicolo del malcapitato, gli si avvicinava affermando che durante la manovra aveva urtato il suo veicolo parcheggiato nell'immediata vicinanza. Con fare convincente, cercava quindi di trovare un accordo bonario, invitando la vittima, in questo caso una signora di Mel, a pagare il danno per evitare così di dover tirare in ballo la polizia e l'assicurazione. Invece la vittima non si è fatta incastrare dal lupo e la polizia l'ha chiamata. D'Amico ha rimediato così una denuncia.
Ma poco dopo, sempre nello stesso giorno e sempre in città, tenta in secondo colpo, stavolta contro un camper. Anche in questo caso tira un asso contro l'Adria 400 e poi cerca di far credere al secondo malcapitato, di aver danneggiato la sua auto parcheggiata a bordo strada. Ma anche in questo caso le vittime dimostrano scaltrezza e lucidità; chiamano la polizia e D'Amico rimedia la seconda denuncia.
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