IN MANETTE
BELLUNO Era ai domiciliari da appena un mese per scontare la condanna

Venerdì 10 Agosto 2018
IN MANETTE
BELLUNO Era ai domiciliari da appena un mese per scontare la condanna per droga, ma avrebbe continuato a spacciare: è finito a Baldenich. Nessun beneficio per Salvatore Mauro Girardo, il 49enne finito nell'inchiesta della banda dei grossisti di droga albanesi che arrivano dal Pordenonese. L'uomo, originario della Puglia, ma residente a Belluno, è stato arrestato mercoledì, quando gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Belluno diretti da Vincenzo Zonno, hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dall'Ufficio di Sorveglianza di Venezia. Girardo è finito di nuovo nei guai perché nella sua abitazione sono stati trovati 15 grammi di marijuana e tutto il necessario per il confezionamento e spaccio. È scattata la sola denuncia a piede libero, ma gli è stato revocato il beneficio dei domiciliari: per questo è finito in cella.
I CONTROLLI
Tutto era iniziato dal controllo di un ragazzo minorenne che aveva un paio di spinelli, effettuato dagli agenti delle Volanti, coordinati dal dirigente Michele Natalicchio. Da lì la polizia è arrivata alla casa del presunto pusher, dove martedì è stata effettuata una perquisizione. Sono spuntati i 15 grammi di maria, un bilancino di precisione, un grinder (ovvero un macina erba) e di varie bustine di plastica trasparenti.
IN CELLA
«Subito dopo la perquisizione - spiega la Questura in una nota diffusa ieri -, la Divisione Anticrimine ha comunicato l'esito all'Ufficio di Sorveglianza di Venezia, che ha subito sospeso gli effetti della detenzione domiciliare, ordinando l'immediata traduzione del pregiudicato nella casa circondariale di Belluno». L'indagato ha subito preso contatti con il suo difensore, avvocato Sergio Montoneri, ma per ora resterà in carcere: è necessario attendere la fissazione dell'udienza del Tribunale di Sorveglianza per richiedere una misura meno afflittiva.
L'INCHIESTA
Girardo a giugno dell'anno scorso aveva patteggiato la pena di un anno e 4 mesi per l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo quanto ricostruito dalla Procura avrebbe ceduto droga a Belluno tra novembre 2015 e aprile 2016: si parla addirittura di un chilo di hashish e 200 grammi di marijuana. Il suo nome era finito nell'inchiesta dei grossisti di droga, che avrebbero rifornito di cocaina la Valbelluna. Si tratta di due albanesi residenti nel Pordenonese e Trevigiano: Besjan Jella (avvocato Mauro Serpico), 33enne albanese di Gaiarine (Tv) e il connazionale Fredjan Turja (avvocati Alessandro Magaraci e Giorgio Gasperin), 28enne di Brugnera (Pn). I due stranieri vennero arrestati nel giugno 2016 dai carabinieri del Nucleo investigativo. In primo grado in Tribunale a Belluno, nel processo abbreviato vennero condannati rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e a 6 anni. Per loro si è già celebrato l'Appello, dove hanno patteggiato, sfruttando la possibilità data dalla nuova legge Orlando dell'anno scorso che consente a accusa e difesa di accordarsi. La pena è stata ridotta così a 4 anni a Jella e 4 anni e 6 mesi a Turja e sono entrambi ai domiciliari.
Olivia Bonetti
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