GLI EMIGRANTI
BELLUNO Non chiamateli eroi. Dopotutto, hanno fatto solo il loro

Martedì 24 Ottobre 2017
GLI EMIGRANTI
BELLUNO Non chiamateli eroi. Dopotutto, hanno fatto solo il loro dovere di cittadini. Però, nella giornata trionfale della Provincia, un ringraziamento speciale spetta di diritto ai 318 bellunesi residenti all'estero che sono tornati tra le Dolomiti appositamente per votare al referendum e aggiungere il la loro voce al grido autonomista del Veneto e del Bellunese. Una voce che assume un significato doppio. E non solo perché chi è italiano, veneto e bellunese all'estero, si sente più italiano, più veneto e più bellunese di chi vive sul corso del Piave. Soprattutto perché hanno dato il loro contributo generoso per gettare davvero il quorum oltre l'ostacolo. I bellunesi residenti all'estero sono tantissimi. Poco più di 44mila, per essere precisi. E il loro numero incide non poco sul corpo elettorale, tanto che il numero di elettori (209.678) è superiore al numero di tutti i residenti in provincia di Belluno, 205mila (neonati e minorenni compresi). Insomma, gli Aire costituiscono quasi un quarto dell'elettorato. Ma per il referendum di domenica non avevano modo di votare dall'estero né agevolazioni particolari per tornare in Italia ad esprimere il loro diritto di voto. Anche perché la maggior parte avrebbe dovuto farsi un viaggio transoceanico per poter mettere la scheda rosa nell'urna, visto che le terre in cui maggiormente risuona l'accento bellunese sono il Brasile e l'Argentina. Eppure, qualcuno, magari dalla Svizzera e dalla Germania, è tornato.
Bisogna proiettare qualche scena di Bianco, rosso e Verdone per figurarsi la storia di una famiglia che si mette in macchina e si sobbarca centinaia di chilometri solo per fare due x sull'autonomia. È proprio quello che è successo domenica. Con vicende personali molto più romantiche rispetto al film di Carlo Verdone. Un esempio? I signori Minella, partiti dalla Svizzera, arrivati in Valbelluna per votare, e poi ripartiti per tornare a casa, con in tasca il tagliandino della Regione e lo scontrino della Provincia. «I miei zii e la loro figlia sono partiti da Berna per venire a votare - racconta Ivan Minella, consigliere provinciale e assessore a Santa Giustina -. Si tratta del fratello di mio nonno paterno e della sua famiglia. Non sono proprio giovanissimi, ma hanno voluto ugualmente essere presenti per poter dire il loro sì all'autonomia bellunese e veneta». Il tutto in giornata, con un viaggio che non è propriamente una passeggiata. Stesso discorso per Emilio Sacchet, emigrante di Longarone. «Vivo in Svizzera, esattamente a Zurigo - racconta Sacchet, uno dei 318 Aire rientrati per votare -. Vista l'importanza del referendum, e considerata l'occasione unica che ci era data, non ci ho pensato su due volte: ho preso qualche giorno di ferie e mi sono messo in viaggio. sabato ero a Longarone e domenica ho votato convintamente». Anche Moreno Faganello racconta su Facebook di essere rientrato dalla Repubblica Ceca per poter mettere la sua x sulla scheda rosa del referendum bellunese.
E poi ci sono gli emigranti che non ce l'hanno fatta a tornare. Ma che hanno voluto comunque esprimere il loro sì. La pagina Facebook dei Bellunesi nel Mondo è piena di messaggi. E l'associazione ha ricevuto in questi giorni decine e decine di e-mail.
D.T

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