È ammalata di tumore, ma il ministero le taglia la paga

Mercoledì 17 Gennaio 2018
È ammalata di tumore, ma il ministero le taglia la paga
LA BATTAGLIA
BELLUNO Si ammala di cancro e si assenta dal lavoro per 18 mesi: stipendio decurtato di 300 euro. Dopo mesi di attesa paziente per cercare di risolvere l'inghippo G.F., 64 anni di Belluno dipendente dell'Agenzia del territorio, non ce la fa più a sopportare quella che sembra essere una persecuzione.
«Oggi vado dall'avvocato per la diffida all'Agenzia delle Entrate annuncia -, voglio indietro tutti i soldi e anche il risarcimento per i danni psicologici». «È una crudele beffa verso una donna che ha dovuto combattere contro una grave malattia», aggiunge il segretario di Fp Cgil Gianluigi Della Giacoma. La vicenda ha origine sul finire del 2009. Poco prima di Natale la donna scopre di essere malata di cancro. Seguono giorni concitati e di paura, il ricovero e poi i cicli di chemioterapia ad Aviano, quindi la convalescenza. In tutto 18 mesi di calvario, durante i quali G.F. si reca settimanalmente all'ospedale friulano per le cure salvavita. Il ritorno al lavoro avviene dopo la metà del 2011. Tutto sembra tornato a posto, la donna ha voglia di riprendere in mano la propria vita e di lasciarsi alle spalle la brutta esperienza. Il 2017, però, riporta tutto a galla. Brutti ricordi e momenti di dolore da quel momento si iniziano a intrecciare con una burocrazia difficile, grossolana e poco prevedibile.
LE VERIFICHE
«Nel 2017 l'Agenzia si è prefissata di operare una verifica su tutte le malattie brevi dei dipendenti spiega la donna -, così da decurtare l'indennità ricevuta da chi risultava essersi assentato dal lavoro per massimo dieci giorni, così da recuperare le somme elargite indebitamente». Una norma firmata dall'ex ministro Brunetta prevede infatti la decurtazione di una parte dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia, taglio che viene meno dall'undicesimo giorno in poi. Insomma, sembrava una verifica come tante altre, ma per la dipendente dell'Agenzia del Territorio, assorbita dall'Agenzia delle Entrate, è l'inizio di un incubo.
L'ERRORE
Tutto per un errore del software. Un inghippo del cervello elettronico a cui nessuno, però, ha finora posto rimedio. «Per un meccanismo perverso tutti gli appuntamenti settimanali con la chemio ad Aviano sono stati considerati come interruzioni della malattia spiega Della Giacoma -; in questo modo risulta che i 18 mesi di assenza dal posto di lavoro della signora sono formati da tanti brevi periodi di malattia, della durata di meno di una settimana. Le giornate spese in terapia salvavita, invece, non dovrebbero nemmeno essere considerate nel computo totale dei giorni di malattia». Da quel momento sono iniziate le sforbiciate alla busta paga, 300 euro in meno ogni mese vengono trattenuti da luglio allo stipendio della donna così da recuperare la somma pagata, a detta dell'Agenzia indebitamente, alla lavoratrice. Ad oggi si parla di 2100 euro tolti per venire restituiti al datore di lavoro. «La signora ha provato in via bonaria a far capire la situazione e il problema ma non c'è stato nulla da fare prosegue il sindacalista -, ci troviamo di fronte ad un'applicazione perversa della normativa ma sembra che nessuno voglia assumersi la responsabilità di fare qualcosa». La sede di Belluno è dalla parte della donna, ma non c'è modo di far intendere le ragioni ai piani superiori. «Da Venezia finora abbiamo ricevuto solo risposte vaghe, nessuna proposta di soluzione aggiunge l'interessata -, con la sede centrale di Roma, poi, è finora stato impossibile parlare. Sono sette mesi che questa storia va avanti, non ne posso più. Voglio richiedere i danni psicologici perché chi, come me, è passato attraverso certe malattie vuole solo voltare pagina, non è giusto questo continuo ricordare quei momenti di dolore». Alla pensione manca circa un anno e mezzo, ma la speranza è di ottenere giustizia molto prima. Oggi, intanto, la vicenda finirà in mano ad un avvocato per richiedere, prima di tutto, il blocco immediato delle trattenute.
Alessia Trentin
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