E Ambrosini "censura" Schiavon

Mercoledì 1 Giugno 2016 di Il vice: «Fiducia in calo, ambiente pesante» Il presidente: «Serve senso di opportunità»
E Ambrosini "censura" Schiavon
(lil.ab.) Le parole non potevano essere più eloquenti: «Livello reputazionale, fiducia, raccolta e liquidità sono in continua discesa e l'ambiente è pesante da tagliare con il coltello». Giovanni Schiavon, un passato da presidente del Tribunale di Treviso e un presente (per sua stessa ammissione precario) di vice presidente di Veneto Banca ieri non ha usato sfumature per spiegare il clima intorno e dentro l'istituto di Montebelluna. «In zona Cesarini noi del nuovo Cda abbiamo cercato di fare il possibile ma dagli advisor abbiamo avuto la chiara indicazione su come sia percepita questa banca nel mercato». Per concludere che molto probabilmente lui non rimarrà ancora a lungo nel Cda a causa della «attività di dossieraggio nei suoi confronti indegna di un paese civile». Affermazioni pesanti e inusuali sulla bocca di un banchiere. E infatti a stretto giro di posta arriva il secco "richiamo all'ordine" del presidente della banca Stefano Ambrosini: «Schiavon parla a titolo personale, quando in realtà sarebbe assai opportuno non parlare affatto specie in un momento così delicato. Il senso di opportunità - aggiunge Ambrosini - non è un obbligo giuridico, ma una qualità apprezzabile in tutte le persone, tanto più se si siede nel Cda di una banca».
Un botta e risposta degno di un dopo partita calcistico che è però indicativo del clima di tensione e di divisioni che si è respirato in tutte queste settimane, e anche nell'interminabile cda dell'altra notte, ai vertici di Veneto Banca. Il nuovo cda emerso vincitore all'assemblea non ha avuto da subito vita facile. Conflitti e rivalità sono emersi sin dalla prima riunione e non a caso, dopo pochi giorni, è stato necessario rivedere la composizione iniziale dei vari comitati. Né sono bastate le precisazioni via stampa del presidente Ambrosini su ruoli e competenze a calmare le acque. La consigliera Carlotta De Franceschi, sconfitta proprio da Schiavon nella corsa alla vice presidenza, si era ritagliata un ruolo da regista dell'aumento di capitale, ruolo che la Bce non ha gradito indicando invece nel direttore Carrus il responsabile finale del progetto quotazione. Per tutta risposta la De Franceschi ha ottenuto per sé alcune deleghe tra cui quella strategica della comunicazione. Risultato: la società di pubbliche relazioni scelta in un primo momento da Ambrosini, è stata messa fuori gioco e al suo posto è entrata in campo una società anglosassone. Tensioni e conflitti che in un contesto di mercato già difficile, non hanno certo agevolato il lavoro del presidente Ambrosini. Fino al cda fiume di lunedì e allo scontro di ieri con il suo vice presidente.
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