Due raid in due notti, con decine e decine di animali uccisi. Tutti quelli che erano

Martedì 24 Maggio 2016
Due raid in due notti, con decine e decine di animali uccisi. Tutti quelli che erano
Due raid in due notti, con decine e decine di animali uccisi. Tutti quelli che erano scampati alla strage di sabato notte, e almeno una trentina sono solo i porcellini d'India. Non poteva credere ai propri occhi, ieri, Enrico Piva, responsabile dell'oasi di Spinea, gestita da febbraio dalla sua associazione, «Sos Natura». Solo domenica mattina aveva trovato oltre cento animali massacrati, tra coniglietti, galline, anatre e cavie domestiche. Aveva passato tutta la giornata a gridare la sua rabbia, pubblicando video su Facebook e aiutando i carabinieri nelle indagini mentre una ditta specializzata raccoglieva le carcasse. Insieme al padre era rimasto in oasi fino alle 3 di notte. Poi, stremati, erano andati a dormire un paio d'ore. Ma alle prime luci dell'alba di nuovo l'orribile sorpresa. Ed è panico: «Avevamo detto che non sarebbero tornati subito - dicono i volontari - e ne hanno approfittato. Sono qui vicino e ci ascoltano».
Diverse le ipotesi e le piste seguite dagli inquirenti, da quella di un nuovo attacco delle volpi, che nei giorni scorsi hanno preso di mira alcuni pollai della città, al vandalismo, fino all'atto intimidatorio o addirittura al satanismo. Ma Piva e gli altri volontari hanno le idee chiare: «Non possono essere le volpi perché gli animali sono stati schiacciati, pestati e ammazzati con chiodi. E nemmeno i vandali, perché se la sarebbero presa anche con la nostra auto e la casetta. Sono entrati solo con l'intenzione di ammazzare gli animali».
Al medico legale e ai carabinieri, tornati in via Unità per la seconda volta, Piva ha confidato qualcosa in più: «Sappiamo chi sono i colpevoli. Eravamo già stati minacciati. Non accettano che aiutiamo gli animali in difficoltà, che lo facciamo gratuitamente mentre loro vorrebbero guadagnarci. Ci hanno mandato bracconieri, perché questa è opera di professionisti. Appena avremo le idee più chiare faremo i nomi, tutti dovranno sapere».
Intanto su Facebook è stato lanciato un appello lanciato da Occhio Spinea e dal comitato cittadino Cani Spinea. Hanno aderito centinaia di persone. All'oasi è una processione di ragazzi di tutta la regione che abbracciano Piva e si mettono a disposizione per aiutare l'associazione a ripartire e per diffondere la raccolta fondi che è subito scattata in collaborazione con i commercianti della città. L'area riservata agli animali però è ormai un deserto. Restano due oche, qualche anatra e «Rosario», il germano reale a cui Enrico Piva è legatissimo. «Lo hanno risparmiato e anche questo è un segnale - dice tra le lacrime -, vogliono farci capire che sanno quello che fanno. Ma non mi spaventeranno, continuerò a salvare gli animali e a portarli qui».
L'ipotesi che a uccidere senza pietà siano state le volpi non convince nemmeno il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che chiede severe punizioni per i colpevoli: «Questi non sono vandali - afferma il governatore -, ma criminali a tutto tondo. Gente priva di ogni rispetto per ogni forma di vita, che mi auguro venga presto individuata. Chi uccide così degli animali va punito come un omicida».
Intanto molte carcasse sono state portate all'istituto Zooprofilattico di Legnaro. Gli specialisti padovani, affiancati dai veterinari dell'azienda sanitaria, analizzeranno le lesioni e cercheranno di fare luce sulle cause di questa strage. Attraverso queste informazioni e con l'aiuto delle immagini delle telecamere della zona, si potrà avere un quadro più limpido di una vicenda che ora mantiene ancora molti lati oscuri.
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