«Dobbiamo realizzare un'istanza corale»

Giovedì 29 Giugno 2017
BELLUNO - «Il Piave è già artificializzato abbastanza». La Provincia lo sa. Ma non ha armi per fermare i predoni dell'idroelettrico. Il suo ruolo, infatti, è solo tecnico». Parola di Pier Luigi Svaluto Ferro, consigliere provinciale con delega all'ambiente, che interviene sui piani di conquista di Reggelbergbau srl. Eppure, una piccola arma c'è: intervenire sui piani di assetto idraulico. «Nuovi impianti e invasi tra Ponte nelle Alpi e Limana? La nostra posizione è netta: il Piave non necessita di altre centraline idroelettriche - dice Svaluto - Ma la Provincia (che deve seguire l'iter autorizzativo e dare eventualmente il via libera alla richiesta di concessione idrica a fini idroelettrici, guardando solo la compatibilità progettuale, ndr), non ha elementi ostativi. Siamo l'ultimo anello della catena, il più debole». Quindi? «Il problema va risolto a monte. L'idroelettrico e le altre fonti rinnovabili sono ritenute di pubblica utilità dallo Stato, in recepimento di una norma europea». La Provincia di Belluno non può fare proprio nulla per impedire lo sfruttamento del Piave e dei corsi d'acqua bellunesi? «Possiamo fare qualcosa e l'abbiamo già fatto: chiedere che i piani di assetto idraulico della Regione Veneto inseriscano specifici elementi di tutela. Su questa posizione siamo in sinergia con la Regione. Adesso dobbiamo dare forza a questa strategia, portando avanti un'istanza unica in questo senso, con l'appoggio di tutti i Comuni bellunesi». Il tema dello sfruttamento idroelettrico diventa strategico per Palazzo Piloni... «Già. Anche perché sul tavolo ci sono almeno tre questioni importanti». Quali? «La prima riguarda le nuove regole sul deflusso minimo vitale che hanno abbassato il valore dei canoni idrici riconosciuti al territorio. Su questa partita, poi, pare che la Provincia debba restituire quasi 2,5 milioni di euro di canoni incassati in più. In pratica, prima ci tolgono l'acqua, poi dobbiamo pure pagare. La seconda questione riguarda le concessioni sui grandi impianti che andranno in scadenza nel 2029: stiamo cercando di fare in modo che anche gli enti locali, in partnership con altri soggetti, possano partecipare ai bandi. Da ultimo c'è il proliferare di domande di concessione per microimpianti».

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