Denunciò le sue accusatrici: stangata

Sabato 19 Gennaio 2019
LA SENTENZA
BELLUNO Nuova condanna per la commessa giudiziaria della Procura, Ginevra Esposito, 64enne di Belluno accusata, questa volta, di aver calunniato due avvocatesse e la sua ex amica. Il giudice Angela Feletto ieri pomeriggio in Tribunale a Belluno ha dato lettura della sentenza di condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Dovrà anche risarcire le tre persone calunniate con 19mila euro totali. Una doccia fredda per la commessa, arrivata dopo i 4 anni inflitti in primo grado (per i quali è stato fatto appello) per le accuse di rivelazione di segreti di ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. I guai giudiziari per la Esposito infatti iniziarono quando l'allora procuratore Francesco Saverio Pavone scoprì che la dipendente avrebbe effettuato oltre 18mila accessi al Rege, ovvero il registro degli indagati, per verificare eventuali procedimenti a carico di amici o di famigliari.
IL PROCESSO
 Erano due i realtà i procedimenti, originati dal troncone principale, che erano arrivati, parallelamente, al momento della sentenza. Ieri mattina sono stati riuniti in un unico processo. I due casi vedevano rispettivamente parte civile le due avvocatesse calunniate dalla donna, gli avvocati Raffaella Mario e Sonia Sommacal (difese dai colleghi Massimiliano Paniz e Daniele Tormen) e la ex amica Livia Mateescu (avvocato Francesco De Bona). Era stata l'imputata in realtà a denunciare le tre parti offese per calunnia, perché, a suo dire, l'avevano ingiustamente accusata di diffondere notizie riservate, ma l'accusa le è tornata indietro e si è ritrovata inguaiata in altri due processi.
LE CONCLUSIONI
Il pm Sandra Rossi ha chiesto 2 anni e 9 mesi per l'imputata, al termine della sua requisitoria in cui ha sottolineato come l'imputata avrebbe avuto i mezzi per calunniare le due avvocatesse. «Ed il motivo - ha detto il pm nella sua requisitoria -? Quello di sminuire la portata probatoria delle testimonianze che avrebbero reso nel processo a suo carico, degradandole da testi attendibili, e addirittura qualificate, ad indagate di reato connesso». Hanno parlato poi le tre parti civili che hanno chiesto un risarcimento danni di 15mila euro, l'avvocato De Bona per la Mateescu, e 10mila ciascuna per le due avvocatesse. Alla fine, dopo un'ora di camera di consiglio, è arrivata la decisione del giudice Feletto: 2 anni e 2 mesi e 7mila euro per ciascuna delle due avvocatesse e 5mila per la ex amica (per tutte e tre le parti poi 3400 euro di spese di costituzione). Le motivazioni si conosceranno tra 30 giorni.
Olivia Bonetti
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